Pistola fuori servizio: il sindacato dei carabinieri scrive ai ministri

Il Sindacato indipendente carabinieri ha scritto ai ministri della Difesa e dell’Interno, sollecitando l’emanazione del regolamento destinato a disciplinare il porto di un’arma personale fuori servizio per gli agenti di pubblica sicurezza

Il Sindacato indipendente dei carabinieri (Sic) sollecita l’attuazione dell’articolo 28 del decreto n. 48 del 2025, cosiddetto “decreto sicurezza”: come è noto, tale articolo consentirebbe agli agenti di pubblica sicurezza di portare fuori servizio un’arma corta di proprietà personale, più occultabile rispetto a quella d’ordinanza, ma tale norma risulta a oggi inefficace, in quanto subordinata all’emanazione di un regolamento che allo stato, non risulta ancora emanato. Per questo motivo, il sindacato ha indirizzato una missiva ai ministri della Difesa, Guido Crosetto, e dell’Interno, Matteo Piantedosi, nella quale si legge: “L’art. 28 del D.L. 11 aprile 2025, n. 48, convertito dalla Legge 9 giugno 2025, n. 80, ha introdotto una rilevante innovazione in materia di porto e detenzione di armi da parte degli agenti di Pubblica Sicurezza anche fuori servizio, riconoscendo la necessità di un adeguamento del quadro normativo alle concrete esigenze di tutela personale degli operatori. La medesima disposizione, al comma 2, prevede espressamente che con regolamento adottato ai sensi dell’art. 17, comma 2, della Legge 23 agosto 1988, n. 400, entro un anno dall’entrata in vigore della legge di conversione, siano apportate le necessarie modifiche all’art. 73 del Regolamento di esecuzione del T.U.L.P.S. (R.D. 6 maggio 1940, n. 635), al fine di rendere pienamente coerente e operativa la disciplina introdotta dal legislatore. A oggi, tuttavia, tale iter attuativo non risulta ancora completato, determinando una evidente discrasia tra la volontà legislativa e l’effettiva applicazione della norma.

Ne deriva una situazione di incertezza regolamentare che continua a gravare sugli operatori di polizia e, in particolare, sui Carabinieri, chiamati quotidianamente a operare anche in contesti di rischio elevato, senza poter contare su un quadro normativo chiaro, uniforme e definitivamente consolidato.

Il Sindacato Indipendente Carabinieri ritiene non ulteriormente procrastinabile il completamento di tale percorso, poiché la mancata attuazione regolamentare incide direttamente sulla sicurezza individuale del personale, sulla serenità professionale e, indirettamente, sulla qualità, sull’efficacia e sulla performance complessiva del servizio istituzionale reso ai cittadini.

Per tali ragioni, il Sic chiede formalmente: l’immediata adozione del regolamento attuativo previsto dall’art. 28 del D.L. 48/2025, ai sensi dell’art. 17, comma 2, della L. 400/1988; il conseguente adeguamento dell’art. 73 del R.D. 6 maggio 1940, n. 635, al fine di garantire una disciplina chiara, coerente e uniformemente applicabile su tutto il territorio nazionale, un indirizzo istituzionale univoco, che consenta agli operatori di polizia di operare in condizioni di piena certezza giuridica e di adeguata tutela personale. Alla luce di quanto rappresentato, il Sindacato Indipendente Carabinieri confida in un intervento tempestivo e coordinato da parte delle Autorità competenti, volto a completare l’iter regolamentare previsto dal legislatore e a restituire certezza normativa, uniformità applicativa e piena tutela agli operatori della sicurezza”.