Le organizzazioni sindacali dei lavoratori del Polo di mantenimento delle armi leggere di Terni denunciano una situazione molto grave che potrebbe portare, nel giro di due anni, al collasso della struttura
In occasione della visita al Polo di mantenimento armi leggere di Terni da parte del comandante logistico dell’esercito, generale Francesco Paolo Figliuolo, le organizzazioni sindacali dei lavoratori in servizio presso la struttura hanno rappresentato una situazione che definire grave è forse poco. “Già oggi”, scrivono i sindacati, “il Pmal è costretto a rinunciare a importanti commesse di lavoro (Arma dei carabinieri) a seguito della gravissima carenza di personale valutabile fin da ora in oltre cento persone. Infatti, senza adeguate e immediate misure volte ad assicurare in tempi brevissimi un corposo e straordinario piano di assunzioni (almeno 200 persone per il triennio 2020-2022), comprendente anche la possibilità di ricorrere a contratti a tempo determinato o in somministrazione in pochi mesi verranno vanificate le potenzialità tecnico-industriali di un ente che ha caratterizzato da quasi 150 anni lo sviluppo demografico sociale ed economico dell’intero territorio ternano. Non solo, l’inesorabile perdita di know how del Polo, cui è attribuita la manutenzione a livello nazionale delle armi leggere, individuali e di squadra dell’esercito, produrrà pericolosi effetti e gravi ricadute, in termini strategici ed economici, sul sistema difesa del Paese e sulla sicurezza delle migliaia di militari che operano nelle varie missioni militari, di polizia e peacekeeping, in Italia e all’estero”. Le rappresentanze sindacali denunciano, infine, “a fronte di una ormai formale affermazione di eccellenza, la mancanza di soluzioni e proposte concrete per il rilancio del Polo di Terni” e paventano l’esistenza, invece, “di programmi di esternalizzazione e frammentazione dell’attività istituzionale riconosciuta dal D.M. di struttura”.