Ieri a Lecco presso la sala convegni di Confindustria la presentazione delle ricerche “Gli italiani e la caccia” e “I cacciatori italiani e la caccia” commissionate ad AstraRicerche dal Comitato nazionale Caccia e Natura (Cncn) e dalle associazioni venatorie che fanno riferimento a Face Italia (Federcaccia, Liberacaccia, AnuuMigratoristi, Enalcaccia).
Molte le autorità presenti: il parlamentare dell’Idv, Gabriele Cimadoro, l’assessore all’agricoltura della regione Lombardia, Giulio De Capitani l’assessore alla Tutela e Salvaguardia del Territorio, Ambiente e Protezione Civile della provincia di Lecco, Donato Nava, l'assessore ai lavori pubblici della provincia di Lecco, Armando Volontè. Poi i campioni del Tiro a volo Giovanni Pellielo e Francesco D’Aniello, la biatleta Michela Ponza, che saparno con cartucce Fiocchi.
Naturalmente, a fare gli onori di casa, il presidente di Fiocchi munizioni, Stefano Fiocchi e Marzio Maccacaro, vicepresidente di Cncn e direttore commerciale di Fiocchi munizioni, nonché Giovanni Ghini, presidente di Cncn e Gianluca Dall’Olio, presidente di Federcaccia.
Le due ricerche, per l’elevato fondamento scientifico, consentono all’universo della caccia di controbattere agli attacchi portati avanti dalle associazioni ambientaliste e animaliste, spesso sulla base di dati superficiali e petizioni non verificabili per quanto riguarda l’autenticità delle firme.
Enrico Finzi, presidente di AstraRicerche (nella foto), ha analizzato il rapporto tra gli italiani e la caccia, mettendo in luce che la maggioranza di essi non è contraria all'attività venatoria regolamentata, normata e sostenibile. Dalla ricerca, realizzata nel maggio 2010 e già presentata in altra occasione a Milano (www.armietiro.it/3489), emerge che il 57% dei residenti in Lombardia si dichiara a favore dell'attività venatoria. Anche l’analisi del rapporto tra i cacciatori e la caccia è stata analizzata a livello nazionale (www.armietiro.it/3649), ma Finzi si è concentrato sulla Lombardia. I lombardi sono diventati cacciatori sulla base dell’esempio e del coinvolgimento di famigliari (76%) o di amici/conoscenti (24%: 3 punti in meno rispetto alla media nazionale). La forma di caccia più praticata è quella con i cani (92,3%, +10%), segue quella al cinghiale (24,2, +18%) e poi alla migratoria generica senza richiami vivi (21,1 seguita da quella agli ungulati (13%, +5%) e dalla tipica alpina (7,1). In linea con il dato nazionale, le abilitazioni venatorie possedute dai lombardi: il 27% ha quella al cinghiale (16 punti sotto la media) , ma ben il 23% (+7%) ha quella alla conduzione del cane da recupero e il 17% quella alla caccia di selezione. Il rapporto dei cacciatori lombardi con la caccia è connotato da sentimenti entusiastici per il 62% (quasi 5 punti più della media nazionale). Anche in Lombardia emerge un forte orientamento a favore della caccia limitata, responsabile, legale (72%). Le fonti di informazione sulla caccia in questa regione sono numerose e variegate, con forte predominio delle riviste specializzate (89% cioè 6 punto in più della media italiana), seguite dall’esperienza e dai consigli di altri cacciatori (42%, 8 punti in meno), il web è già al terzo posto sfiorando il 30% e precedendo i consigli dell’armiere (25), le fiere e le manifestazioni (21), il canale televisivo a pagamento Caccia e pesca (15). I cacciatori lombardi sono forti consumatori: l’8% investe oltre 7.500 euro, il 16% da 5.000 a 7.500, il 55% da 2.000 a 5.000, il 21% meno di 2.000.
Interessante il dato della pratica delle attività sportive oltre la caccia: il 33% pratica il Tiro a volo e il 13% il Tiro a segno, il 7% il Tiro dinamico sportivo e il 6% il Tiro con l’arco.
Dal punto di vista della politica venatoria, ben il 73% dei cacciatori lombardi è entusiasta della propria associazione venatoria (7% al di sopra della media del Paese), mentre in campo politico se è vero che il 17% dei cacciatori ha cambiato in passato la propria scelta nell’urna per dissenso dalle posizioni anticaccia del proprio partito, ora non raggiungono il 41% coloro che affermano che resteranno fedeli al partito pur dissentendo, il 37% invece afferma che cambierà lista, ma non area politica, mentre il 22% muterà addirittura area, con un ulteriore 22% che passerà da non-voto, astensione o voto nullo a una scelta per il partito che ha posizioni più favorevoli alla caccia o più equilibrate.