L’Associazione cacciatori lombardi (Acl) esprime preoccupazione per alcune disposizioni contenute nel Decreto legislativo di recepimento della direttiva comunitaria 2008/51/Ce pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale lo scorso 10 dicembre, destinato a entrare in vigore il 1° luglio prossimo.
“Premesso che condividiamo la necessità di una rigorosa “tracciabilità” delle armi e delle munizioni – spiega Acl entrando nel merito di alcune prescrizioni in esso contenute – il titolare di armeria dovrà conservare il registro anche in caso di cessazione di attività per 50 anni. Una bella eredità da lasciare ai propri figli. Inoltre chiunque diventi titolare di porto d’armi dovrà comunicarlo al coniuge o alla convivente”.
Vi sono poi, spiega l’associazione, “approfonditi esami psico-fisici da sostenere, la riduzione della durata della licenza, ma, sopratutto, vi sono delle sanzioni pecuniarie che in alcuni casi sono centuplicate. In soldoni parliamo di sanzioni di 20, 30 sino a 50 mila euro, ove prima erano di poche centinaia di euro”.
In attesa delle opportune valutazioni che deriveranno da un confronto più dettagliato con la direttiva, Acl anticipa “il sospetto di trovarci difronte a una interpretazione estensiva frutto del ragionamento di funzionari che operano nei Ministeri romani”. “Noi siamo convinti invece che questa sia l’ennesima tessera che va ad aggiungersi al mosaico che vuole stringere sempre di più i confini di chi è appassionato di caccia e di armi”. “Ci chiediamo infine che ruolo abbiano giocato Anpam- Associazione nazionale produttori armi e munizioni e Assoarmieri nel seguire l’iter di questo decreto legislativo e nel tutelare l’interesse dei propri associati”. Per Acl “bisogna porre rimedio a questo decreto che andrà in vigore il 1° luglio 2011 presentando adeguati emendamenti che lo migliorino sottoponendo magari l’intero decreto all’attenzione del ministro alla Semplificazione normativa”.