Presentato il 14 ottobre l’ultimo aggiornamento alla cosiddetta Lista rossa europea degli uccelli, che definisce i rischi di estinzione per le 544 specie di avifauna presenti in Europa. Alla presentazione ha preso parte anche Face, la Federazione delle associazioni venatorie europee, che ha lavorato in collaborazione con BirdLife international e con l’Unione internazionale per la conservazione della natura.
Dai risultati degli studi, è emerso come l’80% delle specie di avifauna in Europa rientrino nella categoria di rischio minino, valutate come “least concern”, letteralmente “rischio minimo”. Alcune specie, come la pernice nordica, la pernice bianca, la chukar e il tordo sassello sono passati da uno stato di specie minacciate o quasi minacciate a quello di rischio minimo.
Il nodo da sciogliere, tuttavia, sembra essere quello della perdita di habitat, che sta causando un calo di popolazione, in particolar modo di coppie nidificanti sul territorio europeo. Il fatto che, però, il calo non si evidenzi anche nella popolazione svernante, sembrerebbe suggerire che il problema non riguarda un calo demografico delle specie, bensì l’assenza di zone umide idonee alla nidificazione. Ne è un esempio il caso del fischione, che pur contando solamente 55 mila coppie nidificanti in Europa, resta abbondante nei Paesi dell’Unione nel periodo invernale, con oltre un milione di individui svernanti in questo territorio.
«La comunità venatoria europea è stata attivamente impegnata nella conservazione degli uccelli attraverso il ripristino degli habitat, la promozione del buon governo della caccia e il contributo alla ricerca scientifica», ha dichiarato in una nota Federcaccia. «La Lista rossa», ha aggiunto, «manda un segnale chiaro. I prossimi passi sono indagare su ciò che sta accadendo per identificare le priorità di conservazione».