L'Associazione italiana difesa animali e ambiente ha invitato il ministro della salute Renato Balduzzi a emettere in via d'urgenza un decreto che obblighi i cacciatori a pagare per intero le cure mediche a cui vengono sottoposti i feriti da caccia (diretti e indiretti) “che attualmente gravano sulle casse italiane e le cui cure sono pagate con i soldi del popolo italiano che già in diverse occasioni ha espresso la propria contrarietà alla pratica venatoria”.
"Ogni anno questi messeri che giocando alla guerra si sparano tra loro scambiando i figli per lepri e i nipoti per cervi costano solo per le cure mediche oltre 300.000 alle tasche dei contribuenti italiani”, afferma Lorenzo Croce, presidente di Aidaa: “in un periodo di crisi e di tagli che riguardano anche coloro che realmente sono malati gravemente, vedi i malati di Sla, riteniamo che le cure per i cacciatori feriti non debbano gravare sulla collettività e che quindi questi signori si paghino le cure o che se non se lo possono permettere stiano a casa loro anziché andare a giocare alla guerra per farsi poi curare con i soldi della collettività".
Se si vuole parlare solo di soldi, forse qualcuno dovrebbe ricordare a Croce che a fronte di ipotetici 300 mila euro che uscirebbero dalle casse dello Stato per le cure mediche (tutti da dimostrare), entrano nelle medesime casse alcuni milioni di euro tra tasse di concessione governativa, iscrizioni all’Atc e via discorrendo. I cacciatori, caro Croce, le cure mediche già se le pagano…