Il Consiglio superiore della magistratura ha sollevato “perplessità sulla possibilità di derogare al principio che assegna all’autorità pubblica l’esercizio delle competenze in materia di tutela della sicurezza, escludendo che questa possa essere affidata a privati”. Una sostanziale bocciatura delle cosiddette “ronde”, insomma, arrivando a ipotizzare il rischio di una parziale incostituzionalità. L’organo di autogoverno della magistratura mette in discussione c…
Il Consiglio superiore della magistratura ha sollevato “perplessità sulla
possibilità di derogare al principio che assegna all’autorità pubblica
l’esercizio delle competenze in materia di tutela della sicurezza, escludendo
che questa possa essere affidata a privati”. Una sostanziale bocciatura delle
cosiddette “ronde”, insomma, arrivando a ipotizzare il rischio di una parziale
incostituzionalità. L’organo di autogoverno della magistratura mette in
discussione che alle ronde “sia affidato il compito di segnalare eventi che
possono arrecare danni alla sicurezza urbana, ovvero situazioni di degrado
sociale”. La fumosità nella definizione delle situazioni da segnalare
affiderebbe alle ronde un “troppo elevato tasso di discrezionalità” nella
scelta dei casi da segnalare e questo porterebbe a una generale confusione. Ci
sarebbe, poi, il contrasto con l’articolo 18 della Costituzione, che vieta di
costituire “associazioni che, anche indirettamente, perseguano scopi politici
mediante organizzazioni di carattere militare”. E per “carattere militare”,
secondo i magistrati sarebbe da intendere “una gerarchia militare e il ricorso
a uniformi”.