Federfauna raffronta i dati forniti dagli animalisti con quelli ufficiali: “109.500 segnalazioni di presunti reati a danno degli animali in un anno”, si legge nel comunicato, “accenderebbero 3.500 procedimenti in tutta Italia, 1.400 processi e solo 200 condanne. Anche se i dati animalisti fossero veri, i reati accertati sarebbero comunque solo lo 0,18% di quelli segnalati e quindi tali segnalazioni risulterebbero “bufale” al 99,82%. Non si può dimenticare il necrologio stimato dalla Lav in occasione degli incendi estivi, secondo cui in ogni ettaro di macchia mediterranea bruciata muoiono 300 uccelli, 400 piccoli mammiferi e 5 milioni di insetti (oltre 500 animali per metro quadrato escludendo anfibi e rettili, pesci no perché stanno nell’acqua…). E nemmeno i 7 milioni di Italiani che secondo l’Aidaa sarebbero disturbati dal cane del vicino o le 1.200 segnalazioni di maltrattamento di animali che l’associazione dichiara di aver ricevuto in soli 4 giorni. Non si possono dimenticare i numeri sul randagismo che sparano un po’ tutte le associazioni animaliste e che normalmente sono in calo se i comunicati servono a mettere in luce quanto siano “bravi” questi animalisti e in crescita se servono per chiedere soldi. Inoltre, da un po’ di anni ci siamo accorti che oltre all’Osservatorio Nazionale sulla famiglia, quello sui rifiuti, quello del turismo o quello sulle manifestazioni sportive, eccetera, che portano lo stemma della Repubblica, esiste anche un “Osservatorio nazionale zoomafia della Lav”. L’organismo dal nome roboante, ma che nulla ha a che vedere con le istituzioni e la Pubblica amministrazione, ogni anno redige un rapporto su “crimini ai danni degli animali e dell’ambiente”. Nella presentazione di quest’anno l’osservatorio animalista dichiara di aver chiesto alle 165 Procure ordinarie e alle 29 presso il Tribunale per i minorenni, i dati relativi al numero dei procedimenti penali sopravvenuti nel 2009, e al numero degli indagati per reati a danno degli animali, e che circa il 50% delle Procure abbia risposto. Già qualcuno potrebbe obiettare che non esiste una banca dati pubblica consultabile che riporti tali dati e che quindi, ammesso che dati siano stati forniti, ciò non avrebbe potuto avvenire se non a discrezione di qualche Pm. Ma diciamo pure (magari “per fede animalista”) che siano veri. Riporta la Lav: “Complessivamente nel 2009 sono stati registrati 1.693 procedimenti in 80 Procure ordinarie per maltrattamento, uccisione e detenzione incompatibile” di animali. Calcolando il doppio, visto che le risposte dicono provengano dal 50% delle Procure, si tratterebbe di 3.386 procedimenti in tutta Italia. Per praticità e per essere buoni con questi “disinteressati paladini degli animali”, diciamo 3.500. In ogni caso loro lamentano che i procedimenti “rappresentano solo una parte minima delle migliaia di segnalazioni e notizie di maltrattamento che arrivano da fonti non ufficiali…” e probabilmente lo direbbero anche se fossero 10 volte tanti. Secondo Federfauna sarebbero comunque tanti anche se fossero solo un decimo, ma il fatto che ci siano tanti procedimenti o tantissime segnalazioni vuol dire effettivamente che ci siano tanti reati? Innanzitutto è bene precisare che, parlando di procedimenti in generale, la Direzione generale di statistica del Ministero della giustizia precisa che nel 2008 la percentuale di procedimenti iscritti a Registro ignoti in Procura della Repubblica e archiviati è stata del 89,90%, mentre per quanto riguarda i procedimenti iscritti a Registro noti, la percentuale di quelli per i quali è iniziata l’azione penale è risultata essere del 40,14%, del 45,63% quella dei procedimenti archiviati e del 14,24% quella di procedimenti definiti in altro modo (riunioni, passaggi ad altri registri eccetera). Ciò vuol dire che dei potenziali 3.500 procedimenti per reati a danno degli animali che emergerebbero dalle fonti animaliste, bene che vada solo 1.400 avrebbero portato a un processo. Per quanto riguarda poi i processi, Eurispes ha pubblicato a giugno 2007 una “Indagine sul Processo penale” monitorando 1.632 processi in fase dibattimentale, celebrati presso le sezioni in composizione collegiale e monocratica del Tribunale ordinario di Roma. Di questi, 1.632 processi monitorati, riguardanti un po’ tutti i tipi di reato e non solo quelli riguardanti gli animali, Eurispes ci dice che quelli che si concludono con la emissione di una sentenza ammontano al 28,6% del totale. Più in dettaglio, che il 51,4% delle sentenze sono di condanna, il 23,1% di assoluzione, il 21,2% sancisce l’estinzione del reato. Traslando forse un po’ semplicisticamente le percentuali ai processi che interessano agli animalisti che si devono costituire parte civile e “andare a soldi”, il 28,6% di 1400 è 400 e il 51,4% di 400 è 205. I numeri, già così ridimensionati, probabilmente non sono comunque quelli reali: Federfauna ha condotto un veloce sondaggio su un centinaio di operatori tra allevatori, commercianti e circhi e ne è emerso che se quasi tutti avevano subito parecchi controlli in seguito a segnalazioni, solo qualcuno aveva subito procedimenti, pochi erano tuttora indagati, ma nessuno degli intervistati era stato condannato. Forse i reati sono commessi di più da altre categorie piuttosto che da quelle così tanto invise agli animalisti, ma non è questo il punto. Il numero dei reati accertati in tema di animali, anche se enormemente inferiore a quello che vorrebbero far credere certe associazioni, genera comunque un certo numero di condanne in grado di fruttare bei soldini alle “parti lese”!.. Forse, però, ormai le onlus animaliste sono così tante e in continuo aumento numerico che la torta comincia a farsi piccola. Ecco perché la corsa a promuovere e sostenere nuove leggi e regolamenti in grado di garantire non piu’ giustizia ma più condanne e la corsa a fare tante, tantissime segnalazioni che per la legge dei numeri frutteranno piu’ procedimenti. Ricordiamo quel circo senza animali denunciato nel Cremonese per maltrattamento di animali (che non aveva) o quel cane lasciato permanentemente sul poggiolo, che poi è risultato essere una statua di porcellana!”.
Animalisti: veri reati o bufale?
Federfauna raffronta i dati forniti dagli animalisti con quelli ufficiali: “109.500 segnalazioni di presunti reati a danno degli animali in un anno”, si legge nel comunicato, “accenderebbero 3.500 procedimenti in tutta Italia, 1.400 processi e solo 200 condanne. Anche se i dati animalisti fossero veri, i reati accertati sarebbero comunque solo lo 0,18% di quelli segnalati e quindi tali segnalazioni risulterebbero “bufale” al 99,82%