Armi e Tiro di novembre

Il numero di novembre di Armi e Tiro è come sempre pieno di novità e anteprime: a tener banco, tanto per cambiare, anche questo mese è l’attualità: buone notizie per gli appassionati d’armi di Caserta, il questore sembra finalmente aver deciso di recedere dall’ormai antico divieto di acquistare armi corte con le licenze di porto di fucile

Il numero di novembre di Armi e Tiro è come sempre pieno di novità e anteprime: a tener banco, tanto per cambiare, anche questo mese è l'attualità: buone notizie per gli appassionati d'armi di Caserta, il questore sembra finalmente aver deciso di recedere dall'ormai antico divieto di acquistare armi corte con le licenze di porto di fucile. Non estranea alla vicenda, ovviamente, la class action intentata dalla Fisat…
Le nuvole invece si addensano sul banco nazionale di prova che, come già avevamo anticipato sul numero di ottobre, assume posizioni "più realiste del re" sulle richieste di classificazione avanzate dalle aziende, e ha cominciato ad avanzare dinieghi poco comprensibili. La parola al giudice Edoardo Mori.

Le prove si aprono con una carrellata di armi corte variegate, per tutte le esigenze e per tutti i gusti: si va dalla minima (per dimensioni e peso) Colt New Mustang pocketlite calibro 9 corto, alla compatta economica full metal Girsan Mc 27E calibro 9×21, alla full size per la Production Ipsc Grand Power k100 Target calibro 9×21.

Per gli appassionati di canna rigata, la stranissima (ma funzionale!) straight pull Rossler Titan 16 calibro 7×64, la compattissima e polimerica Browning Bar Traqueur calibro .30-06 e la sportivissima semiauto Sps Ipsc calibro .223 Remington. Dedicata al tiro ludico in salsa western la lever action Uberti Scout calibro .22 lr.

Per la canna liscia, due piccoli calibri in semiauto, il prestigioso Beretta A400 Xplor Action calibro 20 e l'economico polimerico Akkar Altair calibro 28. Anche per gli appassionati di aria compressa un'arma curiosa, la potente e rapida Evanix Blizzard S10 calibro 5,5 mm.

Ampio spazio anche per le vecchie glorie del nostro passato: analizzati nel dettaglio i marchi, i modelli e le varianti dei moschetti '91 utilizzati dalla Regia marina e dal San Marco durante la seconda guerra mondiale, e il procedimento per ricaricare il 7,35 mm Carcano partendo dalle palle calibro .308.

E poi i nuovissimi spektive Swarovski Atx/Stx, il red dot Meopta Meosight II, le nuove munizioni Fiocchi per carabina, i segreti di Midway Italia e gli investimenti tecnologici del Tsn di Somma lombardo (Va), e molto, molto altro ancora! Non mancate!

L'esigenza di migliorare

 

Di Massimo Vallini

 

Mi ricordo perfettamente quando il Porto di fucile per uso Tiro a volo consentiva l'acquisto dei soli fucili a canna liscia o quasi, quando il .45 acp era considerato calibro da guerra e la ricarica attività ancora da definire. Voi lo ricordate? Non è trascorso poi tanto tempo e non si stava certo meglio di oggi. E quando eravamo vittime impotenti delle decisioni di commissione e catalogo? Oggi sono addirittura scomparsi! E persino sulla durata del Porto d'armi o sul termine temporale delle 72 ore per le denunce non possiamo lamentarci, adesso. Magari potremmo sperare in una svolta digitale degli uffici armi delle questure, affinché si possa pensare di svolgere molte pratiche per via telematica.

Tuttavia siamo ancora qui a domandarci cosa succederà, a causa di una situazione cosi "fluida" che un tempo forse ci avrebbe reso increduli, ma senz'altro felici e ottimisti. Intanto dobbiamo capire bene quale sarà l'operatività del vaglio applicato alle armi di nuova introduzione nel mercato. Se c'è una logica alla base di certi dinieghi che il Banco ha già operato e quale logica sia. Perché gli appassionati sono stanchi di imposizioni incomprensibili. Poi ci vuole trasparenza. Che in questo momento pare addirittura minore del passato: solo produttori e importatori, in teoria, possono accedere all'area riservata sul sito del Banco e non ci sarà la Gazzettaufficiale a informare tutti gli altri. Occorre che, tra le altre cose, il Banco ci faccia capire anche questo: perché tutti possono richiedere un'importazione, come succedeva in passato, non i soli "operatori del settore". La liberalizzazione voluta dal governo come si spiegherebbe altrimenti?

Ci sono ancora altre questioni aperte, sulle quali attendiamo da tempo una chiarificazione in via definitiva, senza interpretazioni fantasiose o preclusioni: i nuovi requisiti psicofisici (il decreto 204/10 attende una nuova regolamentazione), un'univoca indicazione circa la custodia, la collezione di armi, i poligoni privati e la possibilità di esercitarsi all'aperto. Per non parlare del pasticcio combinato sempre dal decreto 204 con il 9 parabellum. Ci metto anche le limitazioni imposte dalla direttiva antimafia, la discrezionalità di prefetti e questori, l'atteggiamento sempre restrittivo se non vessatorio nei confronti dei cittadini armati da parte del ministero dell'Interno.

La legislatura ormai al termine ci ha regalato qualche bella soddisfazione, da questo o quel partito ormai poco importa, ma dubito che potrà fare ancora altro. E il rischio di un parlamento più contrario alle armi è dietro l'angolo. L'esperienza dell'infruttuoso tentativo di riforma della legge sulla caccia dovrebbe aver insegnato prudenza e cautela.

Non ci possiamo certamente accontentare sempre di obiettivi parziali, tuttavia possiamo cominciare a lavorare da subito proprio su alcune questioni che ho indicato, con una visione orientata allo snellimento e al coordinamento delle tante leggi sulle armi che complicano la vita degli appassionati e allontanano i giovani e chi vorrebbe avvicinarsi. Noi intendiamo cominciare a fare pressione e a fornire contributi in questa direzione. Ci state? Naturalmente la porta è aperta.