Nei pressi del centro commerciale Porta di Roma si aggirava da diverso tempo un lupo. Naturalmente i cittadini, vedendolo spesso, erano da tempo in allarme, comunicando le proprie paure anche alle autorità preposte. Un automobilista se lo è visto arrivare quasi addosso, come dichiarato da lui stesso, quasi a voler aggredire la vettura durante la ripresa del video disponibile in rete, per concessione del Gruppo Amici delle Sabine. Era stato anche allertato il Wwf, distratto a malincuore dai ripetuti ricorsi contro i calendari venatori. Che subito per bocca del suo presidente di Roma e Città Capitale Raniero Magini ha dichiarato che “L’esemplare sta creando allarmismo ma è fortemente monitorato. L’osservazione attenta e costante permetterà di intervenire a breve nella giusta direzione”. Inspiegabilmente, forse durante la pausa caffè del monitoraggio o nel cercare col navigatore “la giusta direzione”, il lupo ha aggredito il 10 settembre scorso, nel parco della Speranza adiacente via Gino Cervi, un bambino di 4 anni. Dalle testimonianze il piccolo sarebbe stato trascinato a terra e salvato solo grazie all’intervento di alcuni ragazzi presenti nel parco stesso. Uno dei quali, Manuel Palozzi, ha dichiarato su Facebook: “Scrivo per le persone che ritengono che non sia un lupo ma solo un piccolo randagio cecoslovacco. Questo lupo è molto aggressivo, ha afferrato il povero bimbo di 5-6 anni e lo ha trascinato a terra con forza mostruosa per circa tre metri prima che intervenissimo, non voleva lasciare il bambino e quando siamo riusciti a mandarlo via con l’ambulanza ha cercato di attaccare noi…”.
Poi c’è chi non ha fiducia nei giovani: non sappiamo quanti altri avrebbero avuto il coraggio, anche adulti maturi, di intervenire in tale modo. Vista la violenza nell’aggressione del lupo stesso. Il piccolo è stato trasportato all’ospedale Sandro Pertini di Roma dove è stato medicato per escoriazioni da morso in diverse parti del corpo. Da sottolineare che prima, il presidente del III Municipio Paolo Marchionne, aveva già scritto alle autorità competenti allertando sul problema e chiedendo “di mettere in atto tutte le azioni necessarie a risolvere la questione”. Naturalmente, a buoi scappati, si è intervenuti catturando l’animale, trasferito poi nel Parco d’Abruzzo. Le autorità hanno dichiarato che l’iter è stato lungo, catturato infatti solo questi giorni, perché essendo il lupo una specie protetta erano necessarie diverse autorizzazioni. Per cui c’era ampio spazio, essendo una pratica molto scottante, per altre aggressioni stavolta forse fatali. Ma il meglio pensiamo l’abbia dato l’assessore all’Agricoltura ai Parchi e al Bilancio della Regione Lazio, Giancarlo Righini, che in una lunga nota ha ringraziato la Direzione Regionale Ambiente per “lo straordinario lavoro inerente la cattura”. E in più “…la cattura della giovane lupa è avvenuta con grande efficienza, senza eccessivo clamore, che avrebbe solo creato un ingiustificato allarme tra i cittadini e soprattutto (in grassetto) rispettando il benessere dell’animale che adesso è già al sicuro all’interno di un area faunistica protetta”. Nemmeno una parola sul bambino, sui ragazzi che l’hanno salvato e sulla tragedia scampata. In quanto alla lupa, non siamo tranquilli come lui: un animale abituato a rifiuti e cassonetti messo in una zona selvaggia con lupi padroni del territorio, e veramente selvatici, non avrà vita facile. Pensiamo sia inutile però ogni ulteriore commento. Invece di allarmare la popolazione per metterla in guardia ci si fa pregio di farle sapere il meno possibile. Sui tempi lunghi dell’intervento, “essendo animale protetto”, stendiamo il solito velo, anzi una coperta. Rischiamo un bambino morto perché sua “maestà” il lupo ha la corona in testa.
Infine, come più volte detto sui vari casi analoghi accaduti, consigliamo a quelli che ancora dicono che il lupo teme l’uomo un corso di aggiornamento. Il bambino in primis, viene visto come una possibile preda essendo piccolo e poco pericoloso. Nei confronti di un uomo adulto, comunque, già due lupi rappresentano una forza adatta all’attacco. Come insegna anche il recente episodio del runner aggredito.