Il gioiellino

Si rifà allo schema Remington 700, interpretato però in una innovativa variante “mini” semplicemente deliziosa ed efficace. Canna bottonata, bedding “totale” e scatto Timney assicurano una precisione al di sotto del Moa

Sono molte le aziende, specialmente statunitensi, che negli anni sono entrate nel settore delle carabine bolt-action per la caccia e il tiro proponendo riedizioni dell’azione Remington 700, una delle più razionali, semplici e robuste che mai siano state concepite per l’impiego venatorio e non solo. Barrett, azienda nota in tutto il mondo per le proprie carabine tattico-sportive, semiautomatiche e a ripetizione manuale, pochi anni fa ha deciso di esplorare anche il mercato venatorio più tradizionale proponendo una bolt-action denominata Fieldcraft che, in virtù delle sue caratteristiche peculiari, più che una “copia” del sistema Remington 700 può essere definita una sua evoluzione o, se si preferisce, una sua estremizzazione al fine di ottenere una carabina ultraleggera e ultra-maneggevole per la caccia in montagna.
Canna, azione e otturatore sono realizzati in acciaio inox 416, con finitura satinata opaca. Per contenere al massimo il peso complessivo, che è inferiore ai 2.400 grammi per l’esemplare in prova con canna di 21 pollici e azione corta, poco superiore ai 2.500 grammi per i modelli con canna di 24 pollici e azione lunga, lo schema Remington è stato reinterpretato in versione deliziosamente mignon: il diametro dell’otturatore in corrispondenza del corpo cilindrico è pari a soli 14,8 millimetri, laddove una azione Remington 700 convenzionale ha un diametro di 17,6 mm. Rispetto allo schema Remington 700, anche il manubrio otturatore è differente, non solo e non tanto per quanto riguarda profilo e inclinazione, quanto piuttosto in termini di interfaccia con il cilindro. Barrett ha deciso di utilizzare un innesto a “T” e un grano filettato per unire il manubrio al corpo otturatore, realizzando un insieme prestigioso ma anche solidissimo. La ragione addotta dall’azienda sul perché non si sia ricorsi alla saldatura è che, in determinate condizioni ambientali limite, la zona della saldatura può dar luogo a fenomeni di corrosione che, in questo modo, sono invece scongiurati alla radice. Anche il cilindro otturatore è solcato da una serie di scanalature elicoidali che, oltre a un modesto alleggerimento, possono aiutare a risolvere determinate situazioni limite in presenza di ghiaccio, sabbia e altri “inquinanti”, evitando il grippaggio. L’estrazione è assicurata da una robusta unghia esterna incernierata, l’espulsione è a puntone spinto da molla elicoidale. L’azione, dimensionata opportunamente sui calibri short come il .308 Winchester e il 6,5 Creedmoor, è perfettamente tonda e non ha recoil lug integrale, quest’ultimo è interposto tra l’azione e la canna, come ormai da decenni fa anche Remington.
L’alimentazione è fornita da un serbatoio fisso bifilare a presentazione alternata e quando diciamo che il serbatoio è fisso, questa volta diciamo che è veramente fisso, nel senso che manca il tradizionale sportello incernierato inferiore per lo svuotamento rapido. Questa soluzione può leggermente complicare lo scaricamento dell’arma, per contro consente un ulteriore risparmio di peso e anche una semplificazione costruttiva. La finestra di alimentazione ed espulsione ha una lunghezza di 70 millimetri. La sicura manuale è del tipo a leva, sul lato destro della codetta dell’azione, dietro il manubrio. È a due posizioni, come da tradizione Remington, il nottolino è rigato orizzontalmente in funzione antiscivolo ed è dimensionato in modo da avere un impigliamento minimo da un lato, senza pregiudicare l’azionamento con i guanti dall’altro. Per la rimozione dell’otturatore è previsto un secondo nottolino sul lato posteriore sinistro dell’azione, accanto al noce.
La canna è lunga, come si diceva, 21 pollici in 6,5 Creedmoor e .308 Winchester, 24 pollici negli altri calibri. Ha un profilo veramente light da caccia, visto che culmina con un diametro di volata di soli 14 millimetri. La rigatura è realizzata per bottonatura e, in 6,5 Creedmoor, ha un passo di un giro in 8 pollici, pari a 203 mm.
La calciatura è realizzata in fibra di carbonio e dotata di una finitura a buccia d’arancia grippante ma anche esteticamente accattivante. La il tipico profilo americano, con pala dritta, ma diversamente dallo standard Remington prevede anche un appoggiaguancia, senza Montecarlo. L’astina è sottile e rastremata, a coda di castoro, completa il tutto un bel calciolo Pachmayr Decelerator. Per quanto riguarda l’incassatura, è completata da un bedding sintetico che, oltre a interessare la zona dell’azione, si prolunga fino al puntale dell’astina. Quindi, possiamo dire che la Barrett è una delle carabine con la canna meno flottante che ci sia, visto che presenta contatto con la calciatura per tutta l’astina. La soluzione può risultare sconcertante sulle prime, ma occorre ricordare che canne molto sottili possono essere interessate da fenomeni vibratori che possono risultare critici per la precisione e soprattutto la costanza di risultati, quindi questa soluzione, evidentemente, ha proprio lo scopo di limitare le vibrazioni parassite. Sulla sommità dell’azione sono presenti fori filettati per l’installazione di un’ottica di puntamento. Rispetto allo standard Remington 700, sono stati compiuti alcuni perfezionamenti: innanzi tutto, il ponte posteriore di culatta e quello anteriore sono complanari, quindi le basette per l’ottica si trovano alla medesima altezza; in secondo luogo, mentre sul ponte posteriore sono presenti i classici due fori filettati, sul ponte anteriore ne sono presenti tre, due soli dei quali saranno interessati dalla basetta. In questo modo è possibile scegliere due differenti posizionamenti della basetta, più avanti o più indietro. Per quanto riguarda, infine, lo scatto, è un Timney, azienda riconosciuta tra le più qualificate nella produzione di questi componenti. È diretto (senza stecher), regolabile ma già settato dall’azienda su un buon livello di peso di sgancio, risultato nell’esemplare in prova pari a circa 1.200 grammi con una corsa breve, pulita e netta.
La prova a fuoco si è svolta nel balipedio del distributore italiano Bignami, sulla distanza di 100 metri, con l’ausilio di un’ottica Nightforce 4-14×50 e di munizioni commerciali spiccatamente venatorie, cioè le Hornady Superformance con palla Interbond di 129 grani e le Hornady della serie American whitetail con palla Interlock sempre di 129 grani. Già dalle prime impressioni, l’arma appare di una maneggevolezza e leggerezza uniche e la manipolazione del “mini” otturatore Remington è veramente deliziosa. Per contro, il manubrio otturatore innestato a “T” ha confermato di non avere il benché minimo gioco, il pomo risulta ben grippante pur essendo liscio, grazie allo schiacciamento dei poli che, in proporzione, rende più sporgente la parte equatoriale, se così si può dire. L’operazione di caricamento del serbatoio, così come l’espulsione, è agevolata da una fresatura a circa 45 gradi davanti e dietro la finestra di alimentazione, l’unica accortezza da osservare è quella di assicurarsi che la cartuccia già introdotta nel serbatoio sia correttamente appoggiata con il fondello contro la parete posteriore della scatola, in modo da evitare che la punta della palla si incastri con la rampa di alimentazione quando si cerca di introdurre la cartuccia successiva, grippando il tutto. La fluidità di apertura e scorrimento dell’otturatore è veramente eccellente, così come l’alimentazione delle cartucce e la relativa espulsione dei bossoli. Nel corso della provsa non si è registrato il benché minimo inconveniente di affidabilità. E la precisione? Be’, a fronte del fatto che una canna super-light come quella della Fieldcraft è facile che mostri un affaticamento da calore già dopo il secondo colpo, in realtà con l’arma in prova siamo riusciti a sparare tre serie di tre colpi di seguito senza alcun raffreddamento, riscontrando una eccellente costanza di posizionamento dei colpi. Già con le American whitetail, proposte dall’azienda statunitense come “low cost” per la caccia, la rosata è risultata inferiore al minuto d’angolo, con tre colpi in soli 25 mm, ma con le Interbond di pari peso il raggruppamento è risultato ancora più stretto, pari cioè a 17 millimetri tra i centri più lontani. Evidentemente il bedding “totale” ha saputo fare egregiamente il proprio lavoro! Per quanto riguarda le reazioni allo sparo, a fronte di un peso così contenuto dell’arma e dell’assenza di un freno di bocca, bisogna obiettivamente dire che il comfort è stato comunque ottimo, grazie anche al calciolo Pachmayr Decelerator, e non si è instaurato alcun “timore reverenziale” nei confronti della partenza del colpo.
La prova completa su Armi e Tiro di agosto 2018
Produttore: Barrett, barrett.net
Distributore: Bignami spa, via Lahn 1, 39040 Ora (Bz), tel. 0471.80.30.00, fax 0471.81.08.99, bignami.it
Modello: Fieldcraft Lightweight hunting rifle
Tipo: carabina a ripetizione manuale
Calibro: 6,5 Creedmoor (anche .308 Winchester, .30-06, .270 Winchester, 6,5×55)
Funzionamento: otturatore girevole-scorrevole con due alette frontali di chiusura
Alimentazione: serbatoio fisso bifilare
Numero colpi: 4
Canna: bottonata, lunga 21 pollici (535 mm), profilo light da caccia, diametro volata 14 mm, passo di 203 mm
Lunghezza totale: 1.035 mm
Scatto: Timney, diretto, regolabile, peso di sgancio circa 1.200 g
Percussione: percussore lanciato
Sicura: manuale a leva a due posizioni
Mire: predisposizione per il montaggio dell’ottica sulla sommità dell’azione tramite 5 fori filettati (in prova, Nightforce 4-14×50)
Materiali: acciaio inox 416, calciatura in fibra di carbonio con bedding
Finiture: satinatura opaca; calciatura a buccia d’arancia
Peso: 2.360 g
Qualifica: arma da caccia
Prezzo: 2.950 euro, Iva inclusa