Maria Cristina Caretta, cacciatrice e deputata di Fratelli d’Italia, presenta un’interrogazione al primo ministro, Giuseppe Conte, e attacca il governo: «I cacciatori utili solo per pagare le tasse»
Maria Cristina Caretta, deputata di Fratelli d’Italia e in passato anche presidente di Confavi, richiama il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, e il ministro Francesco Boccia alle loro responsabilità verso la bistratta categoria dei cacciatori. A entrambi chiede di convocare con urgenza la Conferenza Stato-Regioni per risolvere l’annoso problema della caccia in deroga.
“Basta perdite di tempo, il presidente Conte convochi la Conferenza Stato-Regioni e rispetti l’articolo 19 bis della legge statale 157/92. Sono intervenuta con un’interrogazione al presidente del consiglio, Giuseppe Conte, e al ministro per gli Affari regionali e Autonomie, Francesco Boccia, per chiedere se non intendano convocare la conferenza Stato-Regioni, il cui termine è scaduto il 10 giugno, per permettere alle Regioni che hanno presentato regolare richiesta di applicare il regime di deroga, di poter ricevere la ripartizione dei quantitativi massimi prelevabili delle specie oggetto di deroga. È opportuno ricordare che le deroghe sono uno strumento messo a disposizione degli Stati membri dall’Unione europea, al fine di derogare ai divieti generali per tutte quelle specie che sono considerate in buono stato di conservazione. Riguardano forme di cacce tradizionali fortemente radicate nel territorio italiano e rappresentano anche un efficace strumento a tutela delle culture agricole dai danni provocati dall’eccessiva presenza di alcune specie di fauna selvatica che, pur non essendo considerate normalmente cacciabili, possono essere prelevate in deroga ai sensi della direttiva comunitaria 147/2009 e dall’articolo 19 bis della legge statale 157/92. Ancora una volta questo governo non rispetta i diritti di una categoria, quella dei cacciatori, a cui mi onoro di appartenere e della quale ci si ricorda benissimo solo quando c’è da tartassarla con mille tasse e gabelle. I cacciatori non chiedono contributi o regalie, ma semplicemente il rispetto della legge da parte di un governo smemorato quando gli fa comodo e che dimentica che noi cacciatori, nel rispetto della legge, per esercitare l’attività venatoria
versiamo ogni anno nelle casse dello Stato, con il pagamento della sola tassa governativa, oltre 120 milioni di euro. In quel caso l’attuale Esecutivo dimostra di conoscere benissimo l’esistenza degli appassionati dell’attività venatoria, salvo poi dimenticarli quando si tratta di dargli quel che spetta loro. Un comportamento ipocrita che caratterizza l’intera attività di governo e che Conte e compagni hanno dimostrato di applicare pressoché a tutte le categorie di contribuenti, ma ora la misura è colma e non consentiremo più che si continuino a ignorare i diritti dei cacciatori italiani. Non chiediamo che ci si occupi di noi addirittura con la stessa attenzione con la quale sono stati trattati i clandestini nell’approvazione della famigerata sanatoria, ma ci “accontenteremmo” semplicemente di essere trattati come cittadini che hanno doveri e diritti. Ci basterebbe che lo Stato rispettasse quanto previsto dall’articolo 19 bis della legge statale 157/92. Non chiediamo nulla di più, ma visto il modo di operare dell’attuale interlocutore viene il sospetto di chiedere troppo”
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