Respinto il ricorso delle associazioni animaliste contro la reclusione dell’orsa, responsabile di aver attaccato due uomini lo scorso giugno
Comprendiamo i lettori che seguono queste vicende nel caso si sentano un po’ confusi. Siamo anche noi increduli per le tante decisioni di segno opposto. Ecco l’ennesimo aggiornamento. Il Tar di Trento ha di nuovo emesso una sentenza riguardo all’orsa Jj4: ha, cioè, bocciato il ricorso sulla cattura dell’orsa suddetta. Perché, manco a dirlo, l’orsa è ritenuta pericolosa. Il ricorso era stato presentato dal ministero dell’Ambiente e, a ruota, sotto la sua ala protettrice, da diverse associazioni animaliste. Il ministro ha subito dichiarato che “la battaglia continua”… ma quale battaglia? È un problema da affrontare scientificamente o solo ed esclusivamente dal lato emozionale-animalista? La regione propende per una custodia permanente in luogo recintato, visti gli episodi verificatisi principalmente nei confronti dei due cacciatori disarmati sul Peller, quasi morti. Uno di essi ne avrà per il resto della vita di problemi fisici da affrontare e l’altro pure malconcio. Ma che volete che sia! L’essenziale è che l’animale vaghi libero con i suoi cuccioli… Poi, alla fine, erano solo cacciatori e possono pure andare perduti che nessuno ne sentirà la mancanza. Anzi sul proprio blog uno di questi avvelenati contro il prossimo e fratello di sangue degli orsi che, però, attento a lui non lo sanno e potrebbero trattarlo se lo incontrano come i due cacciatori, ha giustificato l’aggressione perché i due “hanno avuto reazioni scomposte tali da essere aggrediti”. Sarebbe da chiedergli quale metodo avrebbe applicato lui, che a chiacchiere di orsi in foto e allo zoo ne ha visti tanti di certo.
Comunque il Tar ha riconosciuto il logico e corretto il comportamento del presidente della provincia di Trento, Maurizio Fugatti. Questi ha ancora una volta proposto una collaborazione col ministero dell’Ambiente e chiesto che noti leoni-animalisti da tastiera non continuino a imperversare sui social perché eccitano soltanto gli animi. Oltretutto, l’orsa anche se collarata e seguita nei suoi spostamenti, non è diventata certo più inoffensiva come loro affermano. Perché, se sappiamo sempre dove si trova l’orsa, non sappiamo però dove sono in quel momento tutti i pastori, allevatori, malgari, escursionisti, fungaioli, cacciatori, che sono in quella zona. Dovremmo collarare anche tutti loro!
Noi abbiamo la certezza di aver trovato un colpevole diverso di tutta questa situazione. Ovvero il “lato emotivo”. Non si può pensare di trattare gli animali selvatici come rifugio emotivo di affetti mancati. Di trasformarli nel simulacro del gatto di casa o di altri animali che ormai vengono eletti a fratelli di sangue. Gli animali domestici accettano volentieri di dormire nel nostro letto o sdraiarsi sul divano. Tuttavia ognuno di questi gesti o modi di comportarsi, è la via per umanizzarli, ma soprattutto avvilirli e reprimerli nella loro vera natura. Ci auguriamo che si imbocchi finalmente, senza ulteriori tentennamenti o gestioni “Disneyane”, la strada della gestione scientifica degli orsi e di tante altre specie selvatiche. Largo ai ricercatori e agli esperti veri e alla larga dagli umanizzatori che hanno già fatto abbastanza danni.