A Milano, così come in tutta la Lombardia e in gran parte delle regioni del Nord Italia, il problema sicurezza mai come negli ultimi tre anni è stato al centro degli interessi dei cittadini e del dibattito delle forze politiche. Tra i movimenti che più si sono esposti nella battaglia per garantire ai cittadini la possibilità di difendersi legittimamente, ricorrendo anche alle armi da fuoco, c’è senza dubbio la Lega Nord, il cui leader, Matteo Salvini, ha più volte pubblicamente sostenuto che l’articolo 52 del codice penale vada profondamente modificato e aggiornato. In vista delle prossime amministrative del 5 giugno, si voterà in molti comuni italiani, ma a tenere banco sono senza dubbio le grandi città come Roma, Napoli e, appunto, Milano, la Lega Nord ha deciso di schierare tra i candidati al consiglio comunale alcuni uomini coinvolti a diverso titolo con la difesa personale: da chi è stato coinvolto, suo malgrado, in fatti di cronaca legati all’impiego legittimo delle armi da fuoco, a chi, come Mario Berardinetti, alla difesa personale e all’addestramento dedica buona parte della sua giornata. Berardinetti, infatti, è il presidente del Tsn di Milano, sulle cui linee si addestrano migliaia di uomini delle polizie locali (sono 3.300 soltanto quelli del comune di Milano) e degli istituti di vigilanza.
«Non sono un politico di professione», ha detto Berardinetti, «non vivo di politica, ma sono certo di poter dare il mio contributo, con l'entusiasmo e la tenacia che ho dimostrato in questi anni quale presidente del Tsn di Milano».