Grande presenza di tutte le categorie interessate all’ambiente, alla caccia, all’allevamento di tutte le specie animali, alla manifestazione che si è svolta a Roma il 7 marzo. Il tempo è stato inclemente, ma ha dato ancor più significato alle tante persone intervenute da tutta Italia: oltre 80 mila secondo gli organizzatori, più di 55 mila secondo le forze dell’ordine. Non vogliamo pensare a ciò che sarebbe accaduto se tutti avessero potuto dare la loro adesione sperando in un meteo più parco. Il tema principale era portare all’attenzione del governo, ma ancor più ai cittadini comuni, la “Ruralità” ovvero tutto ciò che si muove in una natura non imbalsamata ma che, proprio per gli interventi equilibranti dell’uomo che ne ha conoscenza, continua a dare i suoi frutti a noi, ma soprattutto ne garantisce alle generazioni future. Dopo aver percorso le varie vie della capitale, tra piazza della Repubblica e piazza Venezia, in una conferenza stampa al Senato l’europarlamentare Sergio Berlato ha chiarito ancora ai giornalisti presenti l’intento della manifestazione. Presenti anche il senatore Franco Orsi, il senatore Valerio Carrara, Paolo Sparvoli della Anlc e Maria Cristina Caretta della Confavi.
Difesa del mondo rurale, caccia flessibile e tarata sulle esigenze biologiche delle diverse specie, che svolga la funzione di gestione e riequilibrio e che possa avere una legge, quella di “revisione”, che permetta al massimo di cacciare dalla terza decade di agosto alla terza decade di febbraio. Sergio Berlato, europarlamentare del Pdl, ha definito la manifestazione “non contro qualcuno, ma a sostegno della modifica della 157”, la legge che regola l’attività venatoria, con la richiesta di “equiparare la normativa italiana a quella Ue” dal momento che “noi, in assoluto, continuiamo a avere la normativa più inadeguata rispetto a altri Paesi europei”. Secondo il senatore del Pdl, Franco Orsi, relatore del disegno di legge di modifica della 157 che procede, con 1.500 emendamenti, “molto lentamente l’esame in commissione Ambiente al Senato”, “noi in questo momento non siamo in regola” e invece “applicare i principi Ue non significa cacciare di più ma avere un prelievo venatorio migliore” pensando a una diversificazione delle specie cacciabili in base al ciclo, ai periodi e alle regioni sempre con “l’applicazione del supporto scientifico”. La legge Comunitaria, osserva Berlato, ora all’esame di Montecitorio in materia venatoria serve a “portare flessibilità dei calendari e non a una deregulation e alla caccia no limits, pensando a a gestire le specie sulla base delle esigenze di conservazione, svolgendo una funzione regolatrice'”: rispetto alla modifica della 157, la proposta all’esame della commissione apre “dalla terza decade di agosto alla terza di febbraio”.
“Non temiamo il Referendum, è solo una minaccia”, ha detto ancora l’europarlamentare del Pdl, Berlato. “Mentre noi non cerchiamo lo scontro c’è chi lo cerca. La minaccia del Referendum è supportata da chi dice che l’80% dell’opinione pubblica è contraria all’attività venatoria. All’opinione pubblica interessa di più sapere che queste tematiche vengano gestite con razionalità: il nostro obiettivo è la gestione, garantire l’equilibrio tra specie animali e per le colture”. E, ha concluso Berlato: “Non temiamo la proposta referendaria” che arriva “da partiti che dicono di rappresentare la maggioranza dei cittadini – su questo argomento – e poi alle urne non riescono neanche a entrare in Parlamento”. (a cura di Riccardo Torchia)