Secondo quanto riportato dal Sappe, il sindacato autonomo di polizia penitenziaria, malgrado la diminuzione globale dei reati le carceri italiane sono al collasso. La popolazione detenuta è di 59.060 persone (56.505 uomini, il resto donne), di cui un terzo è straniero. Gli stranieri residenti nel nostro Paese costituiscono solo il 5 per cento della popolazione, ma sono invece il 36,5 per cento dei denunciati e un terzo dei detenuti. Rispetto al 2007, nel 2008 c’è sta…
Secondo quanto riportato dal Sappe, il sindacato autonomo di polizia
penitenziaria, malgrado la diminuzione globale dei reati le carceri italiane
sono al collasso. La popolazione detenuta è di 59.060 persone (56.505 uomini,
il resto donne), di cui un terzo è straniero. Gli stranieri residenti nel
nostro Paese costituiscono solo il 5 per cento della popolazione, ma sono
invece il 36,5 per cento dei denunciati e un terzo dei detenuti. Rispetto al
2007, nel 2008 c’è stato un aumento del 21 per cento tra i detenuti marocchini,
il 27 per cento in più di rumeni, il 18,5 per cento in più di tunisini, il 5
per cento in più di albanesi. In compenso, tutte le tipologie di reati hanno
subito una diminuzione: i borseggi sono calati del 24 per cento, gli scippi del
21 per cento, i furti d’auto del 19 per cento, le truffe del 21 per cento, le
rapine dell’11 per cento. In senso assoluto, però, i reati commessi sono ancora
tanti: in media 7.500 al giorno, oltre 300 all’ora, cinque al minuto.
Secondo il Sappe, far scontare ”agli immigrati che delinquono la pena nel
Paese di provenienza” sarebbe ”un forte deterrente”. Donato Capece,
segretario generale del Sindacato autonomo polizia penitenziaria, propone
quindi di ”incrementare concretamente le trattative bilaterali con i Paesi
esteri da cui provengono la maggior parte dei detenuti stranieri – a partire da
Albania, Algeria, Marocco, Nigeria, Romania, Tunisia e così via – affinché
questi scontino la pena nei Paesi d’origine. Può rivelarsi un buon affare anche
per le casse dello Stato, con risparmi di centinaia di milioni di euro, nonché
per la sicurezza dei cittadini. Un detenuto costa infatti in media oltre 250
euro al giorno allo Stato italiano”. Si potrebbe ”garantire una piccola parte
di questa cifra – per esempio 100 euro – allo Stato estero che si impegna
concretamente a detenere nelle proprie carceri, per tutta la durata della pena,
chi ha compiuto dei reati sul nostro territorio”.