Il cappellano dello storico carcere minorile milanese Cesare Beccaria, Don Gino Rigoldi, rovescia il luogo comune che siano soprattutto i figli degli immigrati a delinquere: sono, in realtà, sempre più i ragazzini italiani a mettersi nei guai e, spesso, non provengono da situazioni ambientali e famigliari “difficili”. Tra le cause scatenanti sarebbe da annoverare la crisi, che ha colpito molte famiglie: in casa non ci sono soldi, ma i ragazzi desiderano lo stesso nu…
Il cappellano dello storico carcere minorile milanese Cesare Beccaria, Don Gino
Rigoldi, rovescia il luogo comune che siano soprattutto i figli degli immigrati
a delinquere: sono, in realtà, sempre più i ragazzini italiani a mettersi nei
guai e, spesso, non provengono da situazioni ambientali e famigliari
“difficili”. Tra le cause scatenanti sarebbe da annoverare la crisi, che ha
colpito molte famiglie: in casa non ci sono soldi, ma i ragazzi desiderano lo
stesso nuovi vestiti, nuovi cellulari e altri beni voluttuari. Furti, rapine,
scippi: sono questi i principali crimini di cui si rendono autori i minorenni,
spesso compiuti con assurda violenza. «La crisi ha anche un altro risvolto», ha
commentato Don Rigoldi, «I ragazzi che hanno abbandonato la scuola dopo vani
tentativi di frequentare le superiori, non riescono a trovare lavoro, neppure
come apprendisti. L’offerta di vita che si prospetta loro è davvero modesta e
prendere una scorciatoia è facile».