Caccia aperta in Lombardia, con polemiche
Prima giornata di caccia per la Lombardia (come la maggior parte delle altre regioni d’Italia), con contorno di polemiche: a protestare, una volta tanto, non sono gli ambientalisti, ma i cacciatori, che non hanno lesinato critiche alla gestione del comparto: ambiti territoriali di caccia a tenuta stagna, tasse troppo alte e una scorretta ripartizione delle risorse tra le varie province. Malgrado le giornate di caccia nella provincia di Milano siano passate da tre a c…
Prima giornata di caccia per la Lombardia (come la maggior parte delle altre
regioni d’Italia), con contorno di polemiche: a protestare, una volta tanto,
non sono gli ambientalisti, ma i cacciatori, che non hanno lesinato critiche
alla gestione del comparto: ambiti territoriali di caccia a tenuta stagna,
tasse troppo alte e una scorretta ripartizione delle risorse tra le varie
province. Malgrado le giornate di caccia nella provincia di Milano siano
passate da tre a cinque la settimana, resta l’amaro in bocca per numerose
questioni irrisolte. «È assurdo», ha commentato Rodolfo Grassi, presidente
provinciale Fidc, «che i cacciatori debbano pagare oltre 500 euro di tasse a
stagione ed è assurdo che gli appassionati della provincia di Milano non
possano essere liberi di spostarsi in un altro ambito territoriale senza pagare
cifre improponibili. Non l’abbiamo detto e chiesto da subito: ci devono essere
almeno dieci giorni di caccia libera in tutta la regione e le tasse devono
calare». Solidale Alberto Grancini, assessore provinciale alla sicurezza: «I
cacciatori hanno ragione, le tasse sono troppo alte anche in considerazione del
fatto che tutti i soldi che vengono spesi dagli appassionati e che vanno alla
regione non tornano quasi mai sul territorio. Per fare un esempio, su 900 mila
euro versati dai cacciatori, la regione ne rigira alle province solo il 40 per
cento».