Cacciatori essenziali per la lotta alla Psa

Personale insufficiente per le operazioni di contenimento del cinghiale. L'assessore all'Agricoltura chiede al governo «risorse finanziarie per le spese necessarie alle attività svolte dai volontari»

In Piemonte è stato dato inizio a un’operazione di depopolamento del cinghiale che mira a ridurre la popolazione prelevando, stando alle linee guida fornite da Ispra, oltre 38 mila esemplari al fine di limitare la diffusione della peste suina africana. Immediato, tuttavia, l’allarme lanciato dall’assessore all’Agricoltura Marco Protopapa, che denuncia una carenza di personale da destinare alla ricerca delle carcasse e alle operazioni di contenimento. «Riteniamo che con le esigue forze “istituzionali” ora a disposizione, ovvero guardia-parco, polizia provinciale e addetti forestali regionali», ha dichiarato l’assessora, «non sarà possibile garantire un’efficace ricerca attiva delle carcasse, né tanto meno effettuare il controllo, contenimento e selezione dei cinghiali al fine della loro eradicazione». Fondamentale ottenere la collaborazione e il coinvolgimento dei cacciatori, unici soggetti che potrebbero supplire alla carenza di personale istituzionale e che in altri Paesi, «per esempio in Repubblica Ceca», denuncia Protopapa, «erano stati pagati. Per questo ho chiesto risorse al governo, altrimenti da Roma dovranno mandare l’esercito».

L’assessore si è rivolto ai ministri Roberto Cingolani e Stefano Patuanelli, oltre che al commissario straordinario per l’emergenza Psa Angelo Ferrari e a Ispra, chiedendo quantomeno che siano messe a disposizione «risorse finanziarie per contribuire alle diverse spese necessarie alle attività svolte dai volontari».