Le elezioni canadesi del prossimo 20 settembre porteranno i cittadini a scegliere il nuovo primo ministro: il liberare Justin Trudeau si ricandida per un ulteriore mandato, anche se le sue possibilità di rielezione sono insidiate da Jagmeet Singh, leader dell’altra formazione di centro-sinistra, il Nuovo partito democratico (Ndp), che sembra godere di un maggior favore nei sondaggi.
Per quanto riguarda il partito dei conservatori, il candidato primo ministro Erin O’Toole ha inserito tra i contenuti della propria campagna elettorale anche la controversa vicenda della messa al bando dei 1.500 modelli di arma posto in essere a sorpresa nel maggio 2020 da Trudeau: le sue dichiarazioni sono sembrate, tuttavia, perlomeno ambigue agli osservatori, visto che nel volgere di pochi giorni il leader conservatore è passato dall’annunciare la revoca tout court del provvedimento, ad affermare che non avrebbe messo in discussione la “messa al bando delle armi d’assalto”, aprendo però a una revisione dei criteri di classificazione, svolti da organismi indipendenti (rispetto alla politica, innanzi tutto). La contrapposizione politica riguarda anche il programma di riacquisto forzoso (buyback) delle armi che ricadrebbero nell’elenco dei modelli vietati: il leader conservatore sembrerebbe contrario a dar corso al provvedimento, mentre il leader di Ndp Singh ha già annunciato che in caso di elezione provvederà a eseguirlo.
Un rapporto di Statistics Canada ha evidenziato che i reati commessi con armi da fuoco (prevalentemente illegali) in Canada sono aumentati anche nel 2020, per il sesto anno consecutivo, mentre un’indagine del Globe and mail ha messo in risalto il fatto che la prevalenza complessiva nell’impiego delle cosiddette “armi d’assalto” per quanto riguarda gli omicidi canadesi è meno che trascurabile.