Quando si dice non badare a spese. È quello che appunto ha fatto il comune di Frascati, cittadina facente parte dei meglio conosciuti Castelli romani, in provincia di Roma. Meta di vacanze fin dall’epoca degli antichi romani e successivi eredi, i quali non hanno badato a spese, anche loro, nel costruire residenze bellissime, artistiche, maestose e che ancora oggi contornano e qualificano la cittadina. La commissaria prefettizia Raffaela Moscarella già dallo scorso maggio aveva cercato di individuare chi potesse assumersi il compito di catturare e trasferire in altri siti i numerosi cinghiali che assediano tutti gli abitati dei Castelli romani che di notte, ma a volte anche di giorno, si recano sull’erbetta fresca dei vari parchi e giardini. Attenzione, però: la richiesta era di attuare catture e metodi assolutamente INCRUENTI. Un’azienda avente sede nella Maremma toscana si è fatta avanti e ha posizionato gabbie nei punti frequentati, in questo momento villa Sciarra ma ne seguiranno anche in altre ville, riuscendo a catturare ben, tenetevi forte, 11 esemplari. Caso vuole che il costo dell’operazione sia proprio di 11.000 euro fino adesso. Mille euro l’uno, insomma. Naturalmente i cittadini non ringraziano e, diciamo, rimangono perplessi. La perplessità sarà destinata solo ad aumentare, nel momento in cui scopriranno che il metodo definito incruento è tale solo per chi lo attua. Non per i cinghiali che, avendo noi fatto per 14 anni di seguito tali operazioni, presi durante la notte si massacrano a forza di sbattere il muso addosso alla rete rigida delle gabbie tentando di fuggire. Spesso, i piccoli striati vengono uccisi da un eventuale maschio adulto catturato nello stesso momento il quale, proprio perché innervosito da tutti quei piccoli intorno e incapace di sottrarsi al vincolo della gabbia, prende a testate (e dentate) tutto ciò che gli capita sotto. A tale metodo, come dicevamo non cruento solo per chi lo attua, segue poi il trauma dell’osservazione di eventuali problematiche di salute degli animali. Per fare prelievi su animali adulti, o li si seda, con pericolo di complicanze e addirittura decesso, o li si stringe in gabbie idrauliche che li immobilizzano per procedere a tali operazioni. Non ci sono altri sistemi. Poi c’è il trasporto per centinaia di chilometri e, infine, la liberazione. Dove? In un allevamento per finire in salami? Oppure in territorio libero sempre in Toscana? Quest’ultima evenienza è la meno probabile, perché nessuna amministrazione toscana, che ha già i suoi guai con i troppi cinghiali, accetterebbe di accoglierne. Anzi, proprio per limitare tali numeri autorizza attualmente la caccia di selezione tutto l’anno, senza limiti. Alla fine, saranno condotti in una azienda faunistico-venatoria? Ma allora la fine sarà pur sempre quella che tutti immaginano, anche non essendo addetti ai lavori. Per cui ci chiediamo: che fine hanno fatto le decine e decine di autorizzati al controllo dei cinghiali che fecero un apposito corso, pagando di tasca propria 100 euro cadauno, organizzato circa 10 anni fa dal parco dei Castelli romani che circonda o ingloba quasi tutti i comuni per limitare appunto la specie? Non sono mai stati chiamati a svolgere metodi di abbattimento che risparmierebbero tanti dei metodi “incruenti” che incruenti non sono, e si sarebbero accollati loro le spese per il prelievo. E non i cittadini di Frascati, me compreso, che forse non sanno che per un animale che si vede ce ne sono almeno altri 7-8 che non si vedono. Per cui 11.000 euro che non servono a nulla in quanto il parco dei Castelli romani continuerà a irrorare di cinghiali i dintorni. Così come irrora di rifiuti tutti i suoi confini che debbono sopportare discariche abusive, come si può facilmente osservare passando sulle strade che lo costeggiano o addentrandosi leggermente all’interno. Comunque, il metodo alla fine qualcosa di buono ce l’ha: quando, infatti, i normali cittadini capiranno che il buonismo animalistico strisciante costa a ciascuno di loro migliaia di euro in cambio di niente, forse accetteranno il prelievo autorizzato, controllato e senza sofferenze attuato da chi è da anni abilitato a far questo. E sa farlo bene. Così come fanno tante amministrazioni, senza pietismi ipocriti e senza alcun costo per i cittadini.