Chiude la caccia, è guerra di cifre
La chiusura della stagione venatoria 2004-2005 ha portato con sé il consueto strascico di polemiche. In particolare, la Lac (Lega per l’abolizione della caccia) ha sottolineato la pericolosità della caccia, denunciando 40 decessi nella passata stagione venatoria. Le cifre fornite sono state prontamente ridimensionate dalla Federcaccia: «Fra i quaranta decessi denunciati dalla Lac», ha spiegato il presidente della Fidc, Fausto Prosperini, «sono stati considerati anche…
La chiusura della stagione venatoria 2004-2005 ha portato con sé il consueto
strascico di polemiche. In particolare, la Lac (Lega per l’abolizione della
caccia) ha sottolineato la pericolosità della caccia, denunciando 40 decessi
nella passata stagione venatoria. Le cifre fornite sono state prontamente
ridimensionate dalla Federcaccia: «Fra i quaranta decessi denunciati dalla
Lac», ha spiegato il presidente della Fidc, Fausto Prosperini, «sono stati
considerati anche dieci infarti, sette malori, una crisi cardiaca, quattro
cadute in montagna, una dalla barca, riducendo a soli 17 i casi mortali per
cause di caccia. Noi avremmo voluto che non ci fossero stati nemmeno questi e
ci adopereremo per ridurli ancora di più, ma salta agli occhi di tutti la
ridotta incidenza di queste cifre, se confrontate con quelle più consistenti di
altri settori. Secondo l’Istat, infatti, in Italia si registrano annualmente
circa 1.400 morti per incidenti sul lavoro, oltre 6.600 morti per incidenti
stradali e, purtroppo, 8 mila morti per incidenti domestici. Cifra,
quest’ultima, sottostimata, secondo una recente indagine a livello europeo, che
valuta in 18 mila i morti in Italia per incidenti domestici e del tempo libero».