Emergenza fauna selvatica in campagna, ancor più in questi tempi di coronavirus: attacchi ad animali al pascolo e raid nei campi. Coldiretti chiede interventi nelle Marche e in Puglia
Gli agricoltori e gli allevatori non si fermano per garantire il cibo sulle tavole degli italiani nonostante la quarantena, ma sono alle prese con le criticità dovute alle scorribande degli ungulati nei campi (le cronache segnalano numerosi avvistamenti anche in città). Nessuno li ferma, a causa del blocco delle attività di contenimento. Le misure per frenare il contagio da Coronavirus, in pratica, hanno imposto lo stop a tutta la filiera dei controlli: chiusi gli Atc, polizia provinciale impegnata nei controlli stradali per il rispetto della quarantena, fermi i controllori, servizio veterinario a singhiozzo. Danni ingenti in tutta la regione Marche, per esempio. Imperversano i cinghiali e i lupi in Puglia, con attacchi agli animali nei pascoli e raid nelle campagne.
I selvatici sono liberi di girovagare, in gran numero, anche per il calo del traffico veicolare, e si spingono fino a ridosso delle case mettendo a rischio la stessa incolumità degli agricoltori. I timori maggiori sono legati alle prossime semine di girasole, ma soprattutto alle coltivazioni per l’alimentazione degli animali negli allevamenti.
“In un momento così difficile per l’intera economia non possiamo trascurare quello che era un problema anche prima del Coronavirus”, è l’appello di Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche, “ora il proliferare indisturbato della fauna selvatica rischia di compromettere tutto il settore in una fase delicatissima della nostra storia: l’agricoltura è stata riconosciuta come settore strategico e come tale va difeso. Nelle campagne si continua a lavorare per non far mancare i beni di prima necessità alla popolazione e per mantenere accesa una luce, pur flebile, di speranza per l’economia dei nostri territori”.
Denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia: “Continua la mattanza nelle stalle e sui pascoli dove i lupi attaccano, feriscono e uccidono pecore, agnelli, mucche, vitelli, capre, suini, asini, cavalli. In Puglia sono enormi i danni causati dalla fauna selvatica, con un danno pari a oltre 13 milioni di euro. Sono essenziali misure di contenimento per non lasciar morire i pascoli e costringere alla fuga migliaia di famiglie che da generazioni popolano le aree rurali più difficili dove l’allevamento è l’attività principale, ma anche i tanti giovani che faticosamente sono tornati per ripristinare la biodiversità perduta con il recupero delle storiche razze pugliesi, come la pecora Gentile di Altamura o la Moscia leccese”.
E ancora: “I numeri la dicono lunga sulla necessità di alzare il livello di allerta e programmare efficaci attività di riequilibrio della fauna selvatica che mette a repentaglio la stessa incolumità delle persone. Non c’è tempo più tempo da perdere, perché agricoltori e allevatori sono allo stremo”.
In Puglia gli avvistamenti di branchi di cinghiali sono in provincia di Bari soprattutto sull’Alta Murgia e sul Gargano in provincia di Foggia con danni, rischi igienico-sanitari e per l’incolumità pubblica.
Conferma anche Pietro Piccioni, delegato confederale di Coldiretti Foggia: “Le aree rurali e anche le città sono invase da cinghiali che mettono a repentaglio l’incolumità delle persone, fanno razzia nei campi di frutta, legumi, piantine, ortaggi, con inevitabili ripercussioni anche di natura igienico-sanitaria. L’escalation di danni, aggressioni e incidenti che causano purtroppo anche vittime è il risultato della incontrollata proliferazione degli animali selvatici che mettono a repentaglio non solo le produzioni agroalimentari e l’assetto idrogeologico del territorio, ma anche la vita di agricoltori e automobilisti, con una diffusione che ormai si estende dalle campagne alle città”.