Cz 122 Sport calibro .22 lr

Vai alla galleria delle fotoLa Ceska Zbrojovka è stata fondata a Pilsen nel 1919, all’indomani dell’indipendenza della Cecoslovacchia, con la denominazione di Jihoceskà Zbrojovka. La prima pistola a uscire dagli stabilimenti fu la Fox, una piccola semiautomatica in calibro 6,35 mm. Nel 1921 la fabbrica fu trasferita a Strakonice, fondendosi con la ditta Huibertuse e assumendo la ragione sociale che conserva tuttora. L’ultimo trasferimento fu alla … [

] Vai alla galleria delle foto [

] La Ceska Zbrojovka è stata fondata a Pilsen nel 1919, all’indomani dell’indipendenza della Cecoslovacchia, con la denominazione di Jihoceskà Zbrojovka. La prima pistola a uscire dagli stabilimenti fu la Fox, una piccola semiautomatica in calibro 6,35 mm. Nel 1921 la fabbrica fu trasferita a Strakonice, fondendosi con la ditta Huibertuse e assumendo la ragione sociale che conserva tuttora. L’ultimo trasferimento fu alla volta di Uhersky brod, dove fu fondato un nuovo stabilimento il primo luglio del 1936. La nuova fabbrica cominciò a produrre armi leggere militari e mitragliatrici per impiego aeronautico a partire dal due gennaio dell’anno successivo. Fu l’inizio di un successo che, grazie anche a fortunati progetti (primo fra tutti quello della Cz 75 calibro 9 mm), dura tutt’oggi. Dopo la fine della seconda guerra mondiale, la produzione fu estesa dalle armi per il mercato militare a quelle per utilizzo venatorio, sportivo e per la difesa personale. La serie di carabine bolt-action Zkm 600, in particolare, ha conosciuto ben presto un grande successo presso il popolo dei cacciatori, replicato dall’attuale serie 550. Se le carabine calibro .22 dell’azienda ceca sono note e apprezzate da lungo tempo, pochi sono stati, invece, gli sforzi per proporre al pubblico dei “barattolai” una pistola in calibro .22 dedicata al tiro informale: se trascuriamo il modello 448 (mai uscito dalla Repubblica ceca e, ormai, pressoché sconosciuto), concepito nel secondo dopoguerra, il primo tentativo in tal senso si è avuto con la Cz75/85 Kadet che, però, è concepita più con il carattere di conversione della “sorella maggiore” calibro 9 mm che come arma dotata di una propria individualità. Oggi, la lacuna è stata finalmente colmata con un progetto specificamente concepito per il tiro non agonistico: il modello 122 Sport. La Cz 122 Sport ha una struttura a canna fissa e chiusura a massa semplice (o labile): l’unica massa in movimento durante il ciclo di riarmo è il carrello. Quest’ultimo è realizzato in acciaio al cromo molibdeno, con finitura brunita nera e scorre al di sotto della linea di mira, fissata al fusto nella parte anteriore per mezzo di tre viti Allen. Questo accorgimento consente una precisione intrinseca decisamente superiore a quella data da un mirino fissato al fusto e da una tacca di mira ricavata sul carrello: quest’ultimo, infatti, ha una certa tolleranza rispetto al fusto sul quale scorre e, quindi, dopo ogni colpo può riposizionarsi in modo leggermente differente rispetto al tiro precedente. La percussione è a cane esterno. Il percussore, di tipo inerziale, è mantenuto in sede da una spina elastica. L’estrattore, a unghia con molla di contrasto a spirale, è posizionato sulla parte destra del carrello. La finestra di espulsione è ricavata per metà sul carrello e per metà sul fusto: è di dimensioni a dir poco generose, tanto in lunghezza quanto in altezza, scongiurando così ogni rischio di inceppamento conseguente a espulsione irregolare. Particolare è il sistema di recupero della Cz 122 Sport, che si avvale di due molle a spirale distinte, avvolte intorno ad altrettante aste di guida. Le molle trovano appoggio nella parte posteriore in apposite sedi ricavate nel fusto, mentre anteriormente contrastano con un blocchetto in acciaio brunito che reca, ai lati, due piccoli pannelli zigrinati. Il blocchetto è vincolato al carrello otturatore per mezzo di un chiavistello trasversale passante. Per smontare la pistola in modo da provvedere alla manutenzione, è sufficiente impugnare il blocchetto per i due pannelli zigrinati, arretrarlo leggermente (avendo cura di mantenere il carrello in posizione avanzata) e sfilare lateralmente il chiavistello. Anche il fusto è in acciaio, come è nella tradizione armiera ceca, con un’accattivante cromatura satinata, che contrasta piacevolmente con il nero dell’otturatore. La canna, lunga 152 mm, è inserita nel castello a forzare ed è fissata in corrispondenza di due manicotti: uno all’altezza della culatta e l’altro nella metà anteriore. Per evitare sfilamenti indesiderati, la canna è ulteriormente vincolata da due spinotti trasversali, piantati nel manicotto di culatta. Il profilo della canna è decisamente atipico, visto che comporta ben cinque differenti diametri. Il diametro più piccolo si ha in corrispondenza del vivo di culatta, per arrivare fino a ben 18 mm in volata. Intorno alla canna, tra la volata e il manicotto di fissaggio anteriore, è posto un contrappeso in acciaio, brunito nero. Il contrappeso è fissato in posizione per mezzo di una delle tre viti Allen che ancorano la linea di mira al castello. Il caricatore, di tipo prismatico, è monofilare e ha una capacità di dieci cartucce. Sul lato sinistro presenta una fresatura longitudinale entro la quale scorre un piccolo cursore, avvitato all’elevatore, che aiuta il riempimento, offrendo una comoda presa al pollice della mano che tiene il caricatore per l’introduzione delle cartucce. Gli organi di mira sono costituiti da un mirino a lama, spinato, e da una tacca di mira regolabile in elevazione e derivazione, prodotta dalla italiana Lpa, innestata su una sede a coda di rondine. Entrambi i riferimenti sono fissati a una bindella avvitata, per mezzo di tre viti Allen, alla parte anteriore del fusto. La bindella è finemente rigata in senso longitudinale, in funzione antiriflesso. Il grilletto è liscio, dritto e facilmente raggiungibile anche dagli utenti con mani non eccessivamente grandi. Purtroppo, l’esemplare in prova non presentava uno scatto particolarmente pulito, ma anzi afflitto da un avvertibile grattamento. Non è difficile, comunque, intervenire con un po’ di carta abrasiva, soprattutto considerando la notevole semplicità del gruppo di scatto. Questo, infatti si compone di grilletto, asta di rinvio, controcane e cane. Pochi pezzi, facilmente estraibili dal fusto per la lucidatura dei piani di ingaggio. Sul lato sinistro del castello, sopra al grilletto, è presente la leva dell’hold open, che blocca il carrello in posizione di apertura dopo l’espulsione dell’ultimo colpo. La leva è attivata dall’elevatore del caricatore. La sicura manuale è costituita da un traversino scorrevole nel castello, posizionato sopra le guancette in plastica. Facendo scorrere verso sinistra il traversino si blocca lo scatto. Per disinserire la sicura è sufficiente spingere il traversino verso destra: l’operazione riesce particolarmente agevole con il pollice della mano destra, senza modificare l’impostazione di sparo. Si tratta di una soluzione meccanica piuttosto atipica, adottata però già su altre pistole (fra le quali ricordiamo la Beretta 51). Le prove di tiro si sono svolte in tunnel, alla distanza di 25 metri, con munizioni Cci standard, Rws Pistol match e Rws High velocity. Con tutti e tre i tipi di cartucce, la pistola non ha avuto la minima incertezza di funzionamento. Unico punto dolente della Cz 122 Sport è lo scatto che, oltre ai grattamenti, è afflitto da un’incertezza nel rilascio del controcane. Ripetiamo che, comunque, con un po’ di pazienza, una passabile conoscenza della meccanica armiera e una Arkansas stone fine si può ovviare al problema: la conferma ci è stata data dall’amico Carlo dell’armeria Barsanti di Parma che, in poco più di un’ora, ci ha preparato uno scatto davvero degno di nota. Dopo aver sparato alcuni colpi per prendere confidenza con l’arma, abbiamo deciso di fissare la Cz 122 Sport al Ramson rest, allo scopo di verificarne la precisione intrinseca. I risultati sono di tutto rispetto: rosate di cinque colpi in dieci millimetri con le Cci standard e le Rws Pistol match, cinque colpi in dodici millimetri con le Rws High velocity. Considerando che ci troviamo di fronte a un attrezzo destinato al tiro non agonistico, non possiamo che ritenerci più che gratificati da un simile esito. La Cz 122 Sport ha indubbiamente i numeri per imporsi fra i tiratori che vogliono una .22 non agonistica per divertirsi al poligono senza spendere troppo. La costruzione, interamente in acciaio, è sicuramente gratificante e garantisce lunghi anni di servizio senza inconvenienti. In rapporto alla qualità costruttiva, il prezzo è fortemente concorrenziale, così come per tutti gli altri prodotti Cz. Lo scatto è sicuramente perfezionabile, ma si tratta a nostro avviso di un peccato secondario, considerando oltretutto che la maggior parte degli appassionati è in grado di risolvere il problema per conto proprio con pochi attrezzi e in una manciata di minuti. Non c’è dubbio, presto sulle linee dei poligoni italiani si parlerà ceco… [

] L’articolo completo, con molte più foto, lo trovate su Armi e Tiro di dicembre 2002 [

] Produttore: Ceska Zbrojovka as, Svatopuka Cecha 1283, 688 27 Uhersky Brod, Repubblica ceca, tel. 00.42.06.33.65.50.00, fax 00.42.06.33.63.38.11, www.czub.cz, info@czub.cz Distributore: Bignami spa, via Lahn 1, 39040 Ora (Bz), tel. 04.71.80.30.00, fax 04.71.81.08.99, www.bignami.it, email@bignami.it Modello: Cz 122 Sport Tipo: pistola semiautomatica Calibro: .22 lr Funzionamento: chiusura labile Alimentazione: caricatore amovibile monofilare Numero colpi: 10 Mire: tacca di mira regolabile in altezza e derivazione, mirino fisso a lama Scatto: Singola azione Percussione: cane esterno Sicura: manuale a pulsante sul fusto, automatica al percussore Lunghezza canna: 152 mm Lunghezza totale: 238 mm Altezza: 135 mm Spessore: 31 mm Peso: 875 grammi Numero del Catalogo nazionale: 11.506 (arma sportiva) Materiali: acciaio al carbonio, guancette in plastica Finiture: carrello brunito, fusto cromato satinato Prezzo: 425 euro, Iva inclusa