Il Consiglio dei ministri del 22 ottobre ha impugnato, su proposta del ministro per i Rapporti con le Regioni e per la Coesione territoriale, Raffaele Fitto (nella foto) e su conforme parere del ministero dell’Ambiente e del dipartimento per le Politiche europee, la legge della regione Lombardia n° 16/2010, che approva il piano di cattura dei richiami vivi per la stagione venatoria 2010/2011.
La norma regionale, secondo il governo, presenta aspetti di illegittimità costituzionale in relazione al rispetto del diritto comunitario, di cui all’articolo 117, comma 1, Costituzione (La potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali), nonché dei principi statali che stabiliscono gli standard minimi e uniformi di tutela dell’ambiente e dell’ecosistema, di competenza esclusiva statale, secondo quanto disposto dall’ articolo 117, comma 2, lettera s, Costituzione (Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie:… tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali). La legge infatti autorizza la cattura di talune specie di avifauna in assenza dei presupposti e delle condizioni stabiliti dalla direttiva comunitaria in materia e in assenza del parere favorevole dell’Ispra, obbligatorio e vincolante per le regioni. La corte costituzionale, con sentenza n° 266/2010 ha dichiarato illegittima la legge della stessa regione Lombardia, dagli analoghi contenuti, valida per la stagione venatoria 2009/2010.