Deroghe saltate in Lombardia, Veneto, Marche ed Emilia
Il Tar del Lazio ha accolto la richiesta di sospensiva presentata dalla Lac (Lega per l’abolizione della caccia) e dal Wwf, annullando l’accordo Stato-Regioni del 26 marzo 2008 con il quale le regioni Veneto e Lombardia erano autorizzate alla caccia in deroga. Il Tar ha inoltre sollevato la questione di incostituzionalità della legge regionale, n.13 del 2008 della Regione Veneto e della legge regionale n.24 del 2008 della Regione Lombardia. Secondo la Lac, “in meri…
Il Tar del Lazio ha accolto la richiesta di sospensiva presentata dalla Lac
(Lega per l’abolizione della caccia) e dal Wwf, annullando l’accordo
Stato-Regioni del 26 marzo 2008 con il quale le regioni Veneto e Lombardia
erano autorizzate alla caccia in deroga. Il Tar ha inoltre sollevato la
questione di incostituzionalità della legge regionale, n.13 del 2008 della
Regione Veneto e della legge regionale n.24 del 2008 della Regione Lombardia.
Secondo la Lac, “in merito alla sospensiva il Tar del Lazio ha riconosciuto che
Veneto e Lombardia hanno concesso la caccia a un numero triplo del consentito
per fringuello e peppola e doppio per lo storno. Pertanto le suddette leggi
regionali che sono state approvate su un atto, l’accordo della Conferenza delle
Regioni del marzo scorso, ora sospeso e che sono ora al vaglio della Corte
Costituzionale, perdono di piena efficacia. Fino a quando le leggi non verranno
modificate recependo le indicazioni del Tar del Lazio i cacciatori che
cacceranno questi uccelli protetti lo faranno a loro rischio e pericolo dato
che la legge 157/92 considera reato il loro abbattimento”. Il presidente della
Lac del Veneto, Andrea Zanoni, ha dichiarato: “Questa è una bella batosta per i
sostenitori della caccia ai piccoli uccelli migratori insettivori, protetti in
tutta Europa, uno smacco per il Presidente Giancarlo Galan, l’assessore Elena
Donazzan e il consigliere Roberto Ciambetti promotori della legge 13 dello
scorso agosto. Con questa situazione venutasi a creare dopo le due ordinanze
del Tar Lazio, notificate anche alla Regione del Veneto, credo sia d’obbligo da
parte di tutti gli agenti di vigilanza venatoria denunciare alla Magistratura,
per il reato previsto dall’art.30 della legge 157/92 sulla caccia, tutti i
cacciatori che già da oggi uccideranno uccellini appartenenti alle specie
fringuello, peppola, pispola e storno. Credo sia ora che in Veneto e in ogni
altra regione d’Italia venga messa fine al mercato dei voti in cambio del
massacro di uccellini protetti e utili all’agricoltura”. Non vanno meglio le
cose nelle Marche: il servizio Caccia e pesca della provincia di Ascoli Piceno
informa che non può più essere praticata la caccia al fringuello a seguito dell’
accoglimento della richiesta di sospensione inoltrata dal Wwf al Tar delle
Marche. La sezione regionale del Wwf si era infatti rivolta al Tar per chiedere
l’annullamento della deliberazione regionale n.963 dello scorso 14 luglio che
disponeva il prelievo in deroga del fringuello dal 6 ottobre al 16 novembre
2008 per contravvenzione delle norme comunitarie. La sentenza del Tar,
immediatamente esecutiva, ha accolto la richiesta del Wwf accertando l’
effettiva violazione della direttiva 79/409/Cee che, all’art. 9, prevede
precise casistiche per la concessione della deroga e la classifica come
provvedimento eccezionale e comunque limitato a piccole quantità da attivare
solo in via straordinaria sulla base di motivazioni esplicite. Il Tar dell’
Emilia Romagna, infine, ha sospeso una precedente delibera regionale che dava
la possibilità di cacciare lo storno in quanto specie che danneggia
l’agricoltura. ”La Regione presenterà ricorso al Consiglio di Stato contro la
sentenza del Tar”, ha annunciato l’assessore regionale alla caccia dell’Emilia
Romagna, Marioluigi Bruschini:”Abbiamo accolto con stupore la sentenza del
Tar, di cui tuttavia prendiamo atto in attesa di leggerne le motivazioni”, ha
detto Bruschini, “Voglio ricordare che questa Regione da sempre ha deciso di
avvalersi delle deroghe consentite dalla direttiva comunitaria esclusivamente
per limitare i rilevanti danni economici all’agricoltura prodotti da
determinati uccelli. Al contrario di altre Regioni che consentono invece la
caccia in deroga anche per finalità ricreative”.