L’associazione Difesa Italia ha inviato al ministro dell’Interno Matteo Salvini una lettera aperta, chiedendogli di respingere la bozza di recepimento della direttiva 2017/853 votata dal consiglio dei ministri lo scorso 11 maggio
L’associazione Difesa Italia ha inviato al ministro dell’Interno Matteo Salvini una lettera aperta, chiedendogli di respingere la bozza di recepimento della direttiva 2017/853 votata dal consiglio dei ministri lo scorso 11 maggio.
“La revisione della Direttiva Ee 853/2017 è stata promulgata con grande enfasi mediatica nell’intento di contrastare il terrorismo”, si legge nel comunicato, “A dispetto di tale apprezzabile ed auspicabile obiettivo le sue previsioni risultano esclusivamente rivolte ai cittadini legalmente autorizzati ed all’industria. La nuova Direttiva Armi Eu potrebbe avere senso in relazione alla situazione di alcuni Paesi dell’Est Europa che non hanno recepito neppure le precedente Direttiva 477. In Italia, fortunatamente, già vige una legislazione efficacissima: la 110/75, studiata in funzione di contrasto al terrorismo (sconfitto in Italia), più volte modernizzata, attraverso molteplici integrazioni, circolari ministeriali e decreti legislativi. Il ministero dell’Interno alcuni mesi addietro, ancora guidato dal precedente governo, ha reso pubblici dati e statistiche che attestavano un decremento dei crimini violenti e un contestuale incremento delle richieste per licenze di Porto d’armi per l’esercizio del Tiro a volo, presentato dal PD come "un espediente per accedere alla detenzione di armi". Premesso che per le leggi oggi vigenti la detenzione di un’arma è conseguibile da ogni cittadino incensurato con uno specifico "nulla osta" e ricordando altresì che ogni domanda di licenza in materia di armi viene opportunamente vagliata dagli organi di P.S. con una rigida istruttoria prima della sua eventuale concessione, riteniamo che una lettura attenta dei succitati fenomeni possa in realtà condurre solo a una delle due seguenti ipotesi: a) tra i due trend non esiste alcuna correlazione, quindi l’incremento di licenze e di armi legalmente detenute non ha creato, non genera e non produrrà alcun problema di ordine pubblico; oppure b) tra i due trend esiste una correlazione positiva, cioè l’incremento di armi legalmente detenute da parte dei cittadini produce un forte effetto deterrente sui criminali. Sarebbe poi opportuno considerare che gli omicidi compiuti con armi legalmente detenute rappresentano una percentuale minima (2,27 per cento) sul totale dei reati censiti nel periodo 2010 al 2013. Sul totale di reati (omicidi, rapine eccetera) commessi, la percentuale di casi in cui era stata usata un’arma illegale era, invece, il 79,64 per cento! Sulla base di tali considerazioni e tali dati siamo convinti che revisione della Direttiva armi Eu avrebbe dovuto ispirarsi alla legislazione italiana, in quanto la più avanzata in Europa. Così non è stato! Anzi, il governo PD, dimissionario e sfiduciato dagli italiani, ha invece tentato di sottrarre l’iniziativa al costituendo governo legittimo e al suo nuovo Ministro dell’Interno avviando l’iter di recepimento della Direttiva attraverso le Commissioni speciali, la cui composizione riflette peraltro scelte del decaduto governo. Inoltre, nello schema di recepimento oggi in valutazione sono state introdotte ulteriori gravi e ingiustificate limitazioni non previste nella Direttiva Eu. La platea dei tiratori sportivi, cacciatori e collezionisti è quasi univocamente riconducibile con l’elettorato della Lega: forse per tale motivo si voleva colpire e danneggiare il comparto, sperando di creare al partito un grave problema di immagine e di consenso. L’insieme dei provvedimenti contemplati nello schema di Decreto per il recepimento della Nuova Direttiva armi Eu configura – di fatto – un gravissimo danno economico e occupazionale, che in particolare colpirebbe distributori, armerie, poligoni di tiro, federazioni sportive, aziende venatorie, editoria di settore. Sarebbero inoltre inutilmente ed ingiustamente compressi i diritti e le prerogative di centinaia di migliaia di cittadini-elettori che lo Stato già certifica come ‘cittadini dì serie A’ concedendogli una licenza di acquisto e detenzione di armi civili sportive. Il recepimento della Direttiva nelle forme auspicate dal PD, infine, sarebbe inoltre un fattore fortemente ostativo per l’efficacia di una desideratissima ed ormai indispensabile revisione dell’istituto della legittima difesa. La legislazione delle armi è materia che per le sue implicazioni richiede un intervento ponderato e calato sulle specificità nazionali, per preservare e consolidare i risultati di sicurezza sociale sino ad oggi conseguiti e per salvaguardare il valore economico di un settore che sviluppa un punto di Pil. Per tali ragioni signor Ministro, Le chiediamo di ritirare l’attuale Schema di decreto di recepimento della Direttiva Eu 2017/853, che risulta inadeguato alle esigenze nazionali, eccedente le previsioni originali, ingiusto con i cittadini-elettori certificati in affidabilità ed onestà dalle stesse Istituzioni, inopportuno e dannoso per l’economia del Paese. La ringraziamo, signor ministro, per quanto sta facendo per la nostra Italia”.