Innamorato della caccia, giornalista prima in Rai, poi fondatore di Caccia e pesca su Sky, è stato anche il primo presidente della Fidasc. Il ricordo di Federcaccia da cui aveva ricevuto l’onorificenza di “Gentiluomo cacciatore”
La notte scorsa è venuto a mancare Bruno Modugno, cacciatore, giornalista, divulgatore del mondo venatorio, punto di riferimento per la ruralità nel nostro Paese. Bruno aveva 87 anni e ha interpretato a 360 gradi le sue due grandi passioni, il giornalismo e l’attività venatoria: è stato il primo presidente della Fidasc (Federazione italiana discipline con armi sportive da caccia), ha collaborato con la Rai fino a quando ha maturato l’età pensionabile, dopodiché ha prima fondato il canale televisivo Season Italia, poi il canale tematico Caccia e pesca sulla piattaforma Sky.
Molte le testimonianze che in queste ore stanno rendendo omaggio al celebre giornalista-cacciatore, dalle associazioni venatorie ai semplici appassionati di caccia che hanno voluto lasciare un ultimo saluto sulla sua pagina Facebook.
Tra questi, anche la Federazione italiana della caccia: “Fidc, e con lei tutti i cacciatori italiani, piange la scomparsa di un grande giornalista, uomo di cultura, cacciatore e amico. Nell’ultima assemblea nazionale gli era stato conferito il titolo di “Gentiluomo cacciatore”, la massima onorificenza della Federcaccia prevista per chi con la propria vita e il proprio esempio ha portato lustro alla caccia. Un titolo che Modugno, insieme ai pochi altri insigniti di questo riconoscimento, ha meritato pienamente. Lo ricordiamo proprio riportando la motivazione scritta per l’occasione: “Giornalista, conduttore e autore di programmi culturali per la Rai, nella sua lunga carriera ha dedicato la sua vita personale e professionale alla tutela dell’ambiente e della fauna selvatica e alla pratica e alla valorizzazione della caccia attraverso una continua opera di divulgazione delle diverse forme dell’attività venatoria, tramite una corretta informazione tesa anche a rintuzzare gli attacchi più astiosi delle frange animaliste e abolizioniste nel periodo referendario, mettendo sempre la propria professionalità, cultura e passione a disposizione del mondo della caccia e del suo associazionismo, con competenza e lungimiranza. I numerosi documentari da lui girati hanno portato al grande pubblico i temi dell’etnologia, dell’avventura, dell’ambiente e dell’attività venatoria. Esempio da seguire per la passione e la disponibilità nel promuovere e sostenere l’attività venatoria nelle sue diverse forme e per quell’amore per la caccia tanto forte da indurlo ad affrontare ancora oggi fatiche che ne fanno un riferimento per tutti”.
“Desidero esprimere alla famiglia, ai tanti amici, ai suoi collaboratori e alle persone che lo stimavano il mio cordoglio più vivo per questa perdita”, ha dichiarato Massimo Buconi, presidente della Fidc, non appena appresa la notizia. “La grande famiglia dei cacciatori perde un altro importante componente, che si è sempre speso per la nostra passione. Ci mancheranno il suo piglio, la sua professionalità, il suo entusiasmo ancora vivo e fresco”.
Alla famiglia di Bruno e a tutti i colleghi che con lui collaboravano, le sincere condoglianze della redazione di Armi e Tiro.