Si è tenuto l’11 febbraio un incontro, a Roma presso il ministero dell’Agricoltura, fra gli assessori alla Caccia delle Regioni Marche, Toscana, Umbria, Veneto, Liguria e Friuli Venezia Giulia e i ministri Gianluca Galletti (Ambiente) e Maurizio Martina (Agricoltura). L’incontro era stato richiesto dalle sei regioni italiane, a seguito della decisione del consiglio dei ministri di modificare i calendari venatori già approvati, con la chiusura anticipata della caccia alle specie tordo bottaccio, cesena e beccaccia, lo scorso 20 gennaio, su iniziativa del consiglio dei ministri. Erano presenti anche il direttore generale del ministero dell’Agricoltura e i responsabili del dipartimento Biodiversità, dell’Ufficio legale e dell’Ispra.
“Le preoccupazioni e le osservazioni delle Regioni, in merito alla gestione dei calendari venatori, hanno trovato ascolto e attenzione al tavolo ministeriale. Come regione Marche siamo soddisfatti e condividiamo la necessità che lo Stato non incorra in procedure di infrazione europea sulla gestione della fauna selvatica. Un’esigenza che va perseguita rispettando, però, i livelli istituzionali e l’autonomia regionale”. È quanto afferma l’assessore, Paola Giorgi. “Si è aperto un confronto costruttivo con il governo nazionale che intendiamo sviluppare per difendere l’autonomia regionale in materia di calendari venatori e gestione della fauna selvatica, normata diversamente a livello europeo e nazionale – sottolinea la Giorgi – I ministeri si sono dimostrati disponibili alle richieste degli assessori regionali, condividendo la necessità di riunire il tavolo tecnico nazionale già istituito per scongiurare, in futuro, analoghe situazioni spiacevoli e assicurare maggiori certezze nella pratica venatoria. Le sollecitazioni delle Regioni hanno portato a un primo risultato positivo, da rafforzare attraverso un costante confronto che dovrà coinvolgere anche le associazioni venatorie, ambientalistiche e agricole interessate alla gestione della fauna selvatica. Un altro importante argomento trattato è quello dell’insostenibilità dei danni causati dagli ungulati alle produzioni agricole e dai grandi carnivori alle attività zootecniche. Gli stessi Ministeri hanno riconosciuto la priorità con cui questi temi andranno affrontati e gestiti”.
Di diverso avviso l’assessore alla Caccia della Regione del Veneto, Daniele Stival. L’Incontro è stato “interlocutorio”. “Mi sono fatto portavoce – ha detto Stival– di tutti i nostri cacciatori nel protestare contro l'atto d'imperio del Governo, che non ha avanzato giustificazioni tecniche, ma esclusivamente la necessità prioritaria di bloccare ogni possibile procedura d'infrazione europea”. Stival ha anche elencato anche le altre problematiche che hanno bisogno di più attenzione governativa: il problema cinghiali nei parchi, il pericolo lupi nella Lessinia, dati certi per le 19 specie cacciabili che potrebbero essere soggette a procedura d'infrazione, i key koncept che stanno avendo più forza della legge, la legge 157/92 sulla caccia che non da' più certezze”. “Tutti questi dubbi – ha sottolineato Stival – non permettono né la possibilità di varare calendari venatori giuridicamente tranquilli, né la serenità dei cacciatori di poter avere certezza del loro diritto, né un reale confronto con gli altri paesi europei confinanti”. Per tutte queste problematiche, i ministri hanno proposto un tavolo tecnico-politico da istituire al più presto per condividere ed omogeneizzare gli atti di giunta delle varie regioni.
Per l’assessore della Regione Umbria si è trattato invece di “un incontro positivo, che ha consentito di chiarire alcuni aspetti legati all’attività venatoria e di porre le basi per la soluzione di alcune criticità”. Per l’assessore Fernanda Cecchini “aver potuto affrontare le diverse questioni insieme ai due ministri competenti segna in passo significativo nei rapporti tra Governo e Regioni in materia venatoria, anche in direzione di più proficui rapporti futuri”. “Nel corso dell’incontro – ha detto Cecchini – abbiamo chiesto ai ministri di fare chiarezza su questo punto, poiché stiamo già lavorando ai calendari per la prossima stagione venatoria e l’attuale situazione, venutasi a creare dopo la delibera del Consiglio dei ministri, crea non pochi problemi per la nuova stagione. In questo quadro – prosegue Cecchini – abbiamo evidenziato ai rappresentanti del Governo che, in mancanza di adeguate modifiche alla norma nazionale, come Regioni procederemo alla stesura dei nuovi calendari venatori come fatto in passato”. Relativamente alle normative e direttive europee per l’attività venatoria, da parte del Governo è stata data disponibilità a valutare le possibili azioni da sostenere in sede europea per una effettiva uniformità di applicazione dei provvedimenti in materia, almeno per quei Paesi che condividono caratteristiche simili per ecosistemi e clima. “Come Regioni abbiamo inoltre dato piena disponibilità a lavorare nell’ambito del Tavolo tecnico nazionale che il Governo andrà ad istituire proprio per trovare soluzioni alle diverse problematiche, così da evitare anche possibili procedimenti di infrazione”. Un ulteriore tema ha riguardato i danni causati dai cinghiali e dai lupi agli agricoltori e allevatori. “Su questo argomento – ha concluso Cecchini – abbiamo sollecitato la necessità di misure condivise che garantiscano la sicurezza delle persone, la protezione della fauna e degli animali, ma anche la tutela delle imprese agricole e zootecniche”.
Ecco cosa pensano le regioni
Il confronto fra gli assessori regionali alla Caccia e i ministri Galletti e Martina. Sul tavolo la modifica dei calendari venatori e la chiusura anticipata a beccaccia, tordo bottaccio e cesena