Nell’ambito della conversione in legge del decreto sulle disposizioni urgenti in materia di sport (31 maggio 2024 n. 71), il ministero della Difesa ha avanzato una proposta di emendamento i cui contenuti potrebbero avere effetti paragonabili a una bomba termonucleare sull’Unione italiana Tiro a segno e soprattutto sulle sezioni Tsn.
Il documento, inviato dalla presidenza del consiglio ai ministeri competenti per una valutazione, prevede da un lato, finalmente, il trasferimento delle competenze in materia di agibilità degli impianti di tiro in capo all’Unione italiana Tiro a segno (la quale tuttavia potrà avvalersi delle professionalità esistenti nell’ambito della Difesa). Questa è una misura lungamente attesa, da quando cioè fu emanata la legge delega n. 86 del 2019 che, per l’appunto, assegna all’Uits la competenza sulle agibilità degli impianti, subordinando tuttavia l’efficacia di tale disposizione all’emanazione di decreti delegati attuativi che, a oggi, non sono mai stati emanati.
Vi sono, tuttavia, nel medesimo documento anche altri aspetti “di contorno” che per i loro effetti potenzialmente dirompenti, diventano tutt’altro che “di contorno”, bensì “di sostanza”. Facciamo riferimento in pratica alla spoliazione totale del ruolo istituzionale dell’Unione italiana Tiro a segno e delle sezioni Tsn, a favore (evidentemente) delle sole competenze prettamente sportive. Ciò viene perseguito innanzi tutto affidando l’Unione alla diretta vigilanza del Coni e non più (anche) del ministero della Difesa, ma soprattutto attraverso l’abrogazione “selettiva” di alcuni articoli del Testo unico per l’ordinamento militare (dpr 15 marzo 2010 n. 90) e del codice dell’ordinamento militare (decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66). In particolare, è prevista l’abrogazione dell’articolo 250 del Codice dell’ordinamento militare, che prevede la categoria dei soci obbligati (e l’obbligo di iscrizione al Tsn per coloro i quali intendono richiedere l’idoneità tecnica per il porto d’armi), e degli articoli dal 59 al 64 del Tuom. I quali, nello specifico, attribuiscono all’Uits natura di ente pubblico, alle sezioni il compito di addestramento dei soci obbligati (polizie locali e guardie giurate) e definiscono poi gli organi e gli statuti sia dell’Uits sia delle Sezioni. Il “vuoto” regolamentare dovrà essere colmato con un decreto del ministro dello Sport e i giovani per (ri)definire natura, finalità, organi ed elementi essenziali dello Statuto sia per l’Uits, sia per i Tsn.
Così come prospettata, la riforma appare decisamente caotica e confusa, in particolare per quello che riguarderà gli effetti immediati sulle sezioni e sull’attività istituzionale di addestramento degli obbligati: similmente a quanto si è osservato a suo tempo con il Catalogo nazionale, sembra che anche in questo caso prima si provveda a cancellare l’esistente, senza apparentemente preoccuparsi di provvedere a una definizione precisa di cosa verrà dopo. La materia tuttavia è delicatissima e con risvolti direttamente afferenti la sicurezza pubblica, per come appare prospettata, sembra veramente un “suicidio (non) assistito” nei confronti dei Tsn, anche e soprattutto da un punto di vista prettamente finanziario.
È anche da sottolineare che proporre la riforma dell’Uits e dei Tsn sotto forma di emendamento a una conversione di decreto (già in esame in Commissione cultura alla Camera dei deputati), oltre a prevedere tempi strettissimi, rischia di svincolare del tutto la questione dalla necessaria riflessione e dibattito parlamentari, facendo confluire il “pacchetto” nella classica questione di fiducia. Occorre intervenire al più presto presso i deputati e i ministri della Maggioranza di governo, perché fermino questo emendamento kamikaze che, così come è formulato, provocherà più danni rispetto ai problemi che si proporrebbe di risolvere.
Nell’attesa di leggere l’approfondimento sul numero di agosto di Armi e Tiro, per scaricare il documento del ministero CLICCA sull’allegato qui sotto.