L’eolico è una delle fonti rinnovabili di elettricità sulle quali maggiormente si è puntato negli ultimi decenni. Oltre al notevole impatto paesaggistico, in particolare nelle località più tipiche e amene della nostra splendida penisola, numerose sono tuttavia le ombre che si manifestano con il progredire della conoscenza e della diffusione di questi impianti: non solo la strage (notturna e diurna) di avifauna, adesso a saltar fuori sono i notevoli problemi di smaltimento dei materiali costitutivi, una volta giunti a fine servizio.
Per quanto riguarda le perplessità sul lato paesaggistico, l’ultima in ordine di tempo è la pala eolica che si vorrebbe erigere nella frazione di Vallerona, comune di Roccalbegna (Gr). Il sindaco Massimo Galli, con tutta la comunità d’accordo, contesta l’istallazione di una mega pala eolica alta 77 metri di ultima generazione. Un simile impianto, secondo i detrattori, è una ferita aperta nel mezzo di un paesaggio integro che le comunità locali sono riuscite a mantenere intatto, nonostante l’avanzare della modernità, e che è il punto di forza turistico dei piccoli centri italiani. Per quanto riguarda, invece, la sostenibilità ambientale, giunge con sempre maggior forza alla ribalta la situazione della Germania, Paese che in Europa è stato tra i primi a credere e investire nell’eolico. Tant’è che c’è chi afferma (ma il dato è controverso) che l’eolico, in Germania, sia la seconda fonte di energia dopo il carbone. Alcuni degli impianti esistenti, tuttavia, stanno diventando obsoleti e si pone, quindi, il problema di come smaltirli. Christian Gresenssul (associazione Vernunftkraft niedersachsen), sul canale pubblico Zdf ha dichiarato che le pale non si possono riciclare in quanto rifiuti speciali. Migliaia di turbine, da qui al 2025, dovranno essere demolite oppure fatte collassare a terra (metodo meno dispendioso), producendo migliaia di tonnellate di altrettanti rifiuti ingestibili perché non riciclabili. Infatti la Bundesverband Windenergie, ente nazionale per l’energia eolica, stima che nei prossimi sei anni saranno demolite dalle 1.000 alle 2.500 pale all’anno. Per un altrettanto totale massimo di 17.500 pale e 140.000 tonnellate di rifiuti prodotti. Le pale infatti sono in vetroresina, poliestere e altri materiali compositi, difficilissimi da separare e quindi impossibili da riciclare. Secondo alcune associazioni ambientaliste, sarebbe stato forse preferibile affrontare il tema dello smaltimento degli impianti prima, della messa in opera, anziché dopo. Ma nel 2000, cioè appena approvata la legge sull’eolico, si garantivano molti incentivi e si doveva correre per accaparrarseli, non c’era tempo per studi sul futuro dell’impatto ambientale.