Avevamo già fatto presente la possibilità che nel tempo, da semplici e pacate proteste, l’animalismo avrebbe potuto subire la peggiore trasformazione. Così è stato nel Nord-Est d’Italia, nella notte sono state irrimediabilmente danneggiate circa 80 piante di viti di diverse vigne dei famigliari del presidente della regione Trentino Fugatti. Dai primi rilievi i danni si aggirerebbero sui 60.000 euro circa. Il fatto è stato rivendicato con uno striscione in cui compare una scritta che dice a grosse lettere “Ringraziate l’ammazza orsi”. E firmato dalla ben nota sigla Alf Intervenuti i carabinieri per i rilievi del caso, sperando che qualche telecamera in zona abbia visto qualcosa relativo all’impresa.
L’evoluzione in senso violento delle frange estreme animaliste è evidente: dalle proteste si è passati alle vie di fatto, dapprima su scala più limitata, sui circoli e sulle attrezzature dei cacciatori; poi su scala più ampia, come questi vitigni, ma anche alle violenze sui cani da caccia e sugli animali da richiamo (che evidentemente non sono animali…). Infine, alla violenza fisica. Il tutto ovviamente giustificato dal loro ideale, ma anche da una certa accondiscendenza da parte dell’opinione pubblica e della stampa, che risulta ben evidente anche in relazione all’ultimo attacco: oltre alla mera cronaca, praticamente nessuna testata giornalistica ha avuto la voglia di scrivere una seppur minima nota di biasimo nei confronti di quanto è stato compiuto. Come se alla fine, in fondo in fondo, be’, “questi se la meritano”. Attenzione, lo ripetiamo ancora: questi atti non sono semplici ragazzate, sono indicatori molto precisi di una escalation che può giungere fino a conseguenze estreme.