All’inizio degli anni Quaranta, la Luftwaffe fece richiesta all’esercito di una nuova carabina con la quale dotare le sue truppe paracadutiste. Le caratteristiche che tale arma doveva avere erano abbastanza antitetiche: funzionamento automatico, lunghezza massima contenuta in un metro, peso non superiore a quello del fucile K98 in dotazione all’esercito e capacità di funzionare con le munizioni d’ordinanza (8×57 Js) a piena potenza.
La risposta degli uffici preposti fu che l’arma richiesta era impossibile da realizzare.
La Luftwaffe, però, grazie alla buona autonomia di cui godeva circa il reperimento degli approvvigionamenti, contattò direttamente alcune fabbriche d’armi, proponendo loro la realizzazione del fucile. Tra le aziende contattate c’erano Krieghoff, Walther, Mauser, Rheinmetall e altre, ma risposero solo la Rheinmetall e la Krieghoff, che svilupparono i relativi progetti.
La Krieghoff presentò un interessante prototipo dotato di un otturatore a scorrimento verticale, che fu scartato in favore dell’arma della Rheinmetall che, quindi, portò a termine lo sviluppo del suo prototipo e ne iniziò la produzione. Per motivi ignoti, però, i primi esemplari furono allestiti nello stabilimento di Suhl della Krieghoff (alla quale era stato assegnato il codice di produzione "fzs"), dando così origine a tutta una serie di illazioni e di dubbi circa la paternità del progetto che, comunque, è parere quasi unanime essere della Rheinmetall. I primi esemplari del nuovo fucile, adottato con il nome di Fg 42 (Fallschirmjaeger Gewehr 42, fucile per paracadutisti modello 42), avevano un calcio in lamiera stampata con un calciolo profondamente arcuato: le mire erano ribaltabili e la struttura dell’arma era impostata in modo da avere la canna perfettamente in asse con la spalla del tiratore, nella chiara intenzione di ridurre al massimo il rilevamento nel tiro automatico. Questa prima versione si riconosce anche per l’impugnatura a pistola, molto inclinata all’indietro. Le vicissitudini della guerra allora in corso, tuttavia, resero estremamente precarie le possibilità di approvvigionamento di manganese, un legante per l’ acciaio utilizzato per la costruzione dell’arma: questo costrinse i tecnici alla totale riprogettazione dell’arma, per consentire l’utilizzo dell’acciaio al carbonio.
Sembra siano stati prodotti non più di 2.000 pezzi del primo modello, il che spiega perché, negli Stati Uniti, un Fg 42 del primo tipo è pagato cifre vicine ai 40.000 dollari. Il definitivo modello di Fg 42 (prodotto in circa 7.000 esemplari) presentava un calcio in legno, un’impugnatura a pistola in bachelite molto meno angolata della precedente e un freno di bocca di diversa concezione, che meglio mitigava le reazioni allo sparo.
Il bipiede fu ancorato alla base del freno di bocca, invece che alla fine dell’astina.
Le innovazioni più significative, però, consistettero in una nuova valvola di presa gas, con quattro possibilità di regolazione del flusso, e nell’allungamento della corsa dell’otturatore, per contenerne l’urto di fine corsa che poteva disturbare nel tiro a raffica. Solo la baionetta rimase la stessa, un semplice spiedo a sezione cruciforme.
È dotata di un corto codolo cilindrico con un fermo a bilanciere, che serve a fissarla entro un collare posto sotto la canna. A ben guardarla, è praticamente identica a quella utilizzata dal fucile Mas 36 francese.
L’Fg 42 funziona a sottrazione di gas, con otturatore rotante a due alette frontali. Una parte dei gas di sparo sono spillati dalla canna, attraverso un foro, per spingere un pistone (al quale è collegata anche la manetta d’armamento) che, arretrando, tramite un risalto che impegna un’apposita pista inclinata fa ruotare l’ otturatore dell’arma, che si sblocca e viene trascinato indietro, provvedendo all’estrazione e all’espulsione.
La valvola che comanda il flusso dei gas ha quattro posizioni, per consentire un funzionamento ottimale anche in presenza di sporcizia nell’arma o freddo intenso. Per smorzare il violento movimento retrogrado del pistone di presa gas, dentro al calcio è contenuto un ammortizzatore di rinculo. Questo, insieme alla calciatura in asse con la canna e al freno di bocca, fa sì che le reazioni allo sparo siano relativamente controllabili. Il caricatore, bifilare con presentazione alternata, ha la capacità di 20 colpi.
Appena sotto il bocchettone del caricatore sono situate due leve: quella più a destra è la sicura, l’altra è il selettore di fuoco. Quando la leva è rivolta in avanti, il fucile spara in semiautomatico, quando la si sposta indietro, spara a raffica.
La particolarità del meccanismo di fuoco è data dal fatto che in modalità semiauto l’arma spara a otturatore chiuso, in full auto, invece, spara a otturatore aperto.
Un fattore distintivo di quest’arma è quello di avere una camera di scoppio dotata di una sorta di svasatura che, a ogni colpo, "marca" inconfondibilmente il bossolo, dandogli un particolare profilo a doppia spalla.
Questa caratteristica sembra abbia la funzione di eliminare la conicità del bossolo, in modo che lo stesso riesca a sigillare in modo efficace la camera anche in fase di estrazione. Questo si rende necessario perché la presa di gas, essendo molto vicina alla culatta, potrebbe causare l'apertura dell'otturatore prima che i gas siano completamente defluiti, con conseguente sfogo degli stessi verso il viso del tiratore.
Gli organi di mira sono costituiti da un mirino a palo, protetto da un tunnel innestato a coda di rondine su una lunga leva, e da una diottra regolabile. Entrambi i riferimenti sono abbattibili, per evitare impigliamenti in fase di lancio con il paracadute o danni in caso di urto in atterraggio.
La prova completa è stata pubblicata su Armi e Tiro – marzo 2002
Produttore: Krieghoff
Modello: Fg 42
Tipo: carabina automatica a tiro selettivo
Calibro: 8×57 Js
Funzionamento: a presa di gas indiretta con pistone a corsa lunga e otturatore rotante a due tenoni frontali
Canna: lunga 500 mm, 4 principi di rigatura ad andamento destrorso
Alimentazione: caricatore amovibile bifilare a presentazione alternata
Numero colpi: 20
Percussione: percussore lanciato
Mire: mirino a palo protetto da tunnel, diottra regolabile in elevazione
Calciatura: in legno laminato; impugnatura a pistola in bachelite
Materiali: acciaio al carbonio
Cadenza di tiro teorica: 750 colpi minuto
Cadenza di tiro pratica: 150-200 colpi minuto
Lunghezza totale: 975 mm
Peso: 4.950 grammi