Fidasc ha individuato, prima tra le federazioni del tiro, gli atleti di interesse nazionale che potranno riprendere l’attività addestrativa dal 4 maggio prossimo
Fidasc è pronta a riprendere l’attività sportiva il prossimo 4 maggio, per il momento (come previsto dal Dpcm del 26 aprile) con i soli atleti di interesse nazionale, che la Federazione italiana discipline con armi sportive da caccia ha individuato, prima tra tutte le federazioni del tiro, in base ai seguenti requisiti: 1) aver fatto parte delle Rappresentative Nazionali Fidasc individualmente o a Squadre nelle categorie riconosciute dalle competizioni internazionali durante il Quadriennio olimpico in corso; per i soli atleti della specialità Agility sono considerati atleti di interesse nazionale anche gli atleti selezionati per la corrente stagione nel Campionato Italiano 2019; 2) aver conseguito il podio –individuale e/o squadra- (1°,2°, 3°) nei Campionati Italiani nell’anno 2019 e 2020; 3) tutti gli atleti del settore giovanile (junior-secondo le norme del Regolamento Organico); 4) tutte le Ladies; 5) atleti indicati dai Commissari Tecnici/Selezionatori delle discipline e specialità sportive federali.
“Mentre tutta la Fidasc è fortemente impegnata per riprendere l’attività cinofila e del tiro, nel rispetto delle più severe norme di sicurezza, ancora una volta – anche in questa enorme e tragica emergenza sociosanitaria del Coronavirus – lo sport rivela di sé la più vera e profonda essenza”, ha dichiarato il presidente della Fidasc, Felice Buglione, in un comunicato ufficiale: “Non solo emozione, divertimento, competizione, attività e occupazione. E nemmeno solo una magica metafora della vita. No, lo sport è anche altro. Molto altro. Nella seconda, incerta fase due che sta per iniziare, fra tante insicurezze, contraddizioni e infinite polemiche, l’attività sportiva in generale, non solo quella di alto livello internazionale o dei grandi interessi economici, è chiamata a ribadire il suo complesso e fondamentale ruolo sociale. Mascherine, guanti, sanificazioni, distanziamento sociale, limitazione dei movimenti, annullamento dei contatti, riformulazione di regolamenti, nuove tempistiche, tutto questo costituirà il nuovo decalogo di questo scorcio di millennio e rappresenterà la rigorosa griglia normativa che regolerà le nostre vite individuali e sociali. Ebbene, proprio in questa congiuntura così negativa, della quale nessuno è ora in grado di prevedere la durata, gli sportivi, tutti gli sportivi iscritti alle varie federazioni: dagli atleti ai tecnici; dagli ufficiali di gara ai dirigenti, diventeranno la prova vivente di un nuovo modo di vivere. Saranno gli esempi pratici e i testimonial quotidiani di come si possa coesistere con la paura (terrore?) di un nemico invisibile e mortale. Lo sport, insomma, e di questo ne sono certo, sarà in grado non solo di districarsi nella terribile ragnatela regolamentare nella quale tutti ci agiteremo per mesi, ma saprà porsi come faro per l’intera collettività”.
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