Aria di attesa dopo il conclamato fallimento delle elezioni ad Haiti. Anche se il consiglio elettorale ha, alla fine, dichiarato valide le elezioni, la macchia dei brogli appare evidente. Cosa faranno gli haitiani? La domanda se la pongono anche i carabinieri italiani, che rimangono sulle strade di Port au Prince. Il contingente italiano è composto da carabinieri provenienti dalla prima e seconda brigata mobile: più precisamente, 2 plotoni provengono dal 13esimo Gorizia, 2 dalla prima Brigata (Napoli e Bologna) e la parte logistica proviene dalla seconda brigata mobile. Si aggiungono una decina di militari dell’aeronautica per il supporto alle comunicazioni. Andando con loro non è difficile incontrare i temuti brasiliani in pieno assetto di guerra, con una spiccata preferenza per la canna liscia. Questo contingente, nel 2004, quando fu creata Minustah (la missione Onu per la stabilizzazione di Haiti), subì perdite negli scontri con i rivoltosi. Da allora è piuttosto temuto per la facile propensione a passare alle vie di fatto. Le loro maniere spicce, in effetti, consentirono loro di contenere le bande più aggressive.
Aria di attesa dopo il conclamato fallimento delle elezioni ad Haiti. Anche se il consiglio elettorale ha, alla fine, dichiarato valide le elezioni, la macchia dei brogli appare evidente. Cosa faranno gli haitiani? La domanda se la pongono anche i carabinieri italiani, che rimangono sulle strade di Port au Prince