«È necessario attivare tavoli di concertazione con Regioni, Province e ambiti territoriali di caccia ricadenti in area Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, per arrivare a regolamentare l’attività venatoria nelle aree soggette al progetto Patom (Piano d’azione per la tutela dell’orso marsicano) a partire dalla prossima stagione». Lo afferma il presidente del Parco, Giuseppe Rossi, che spiega che il posto «dov’è stata avvistata la famigliola di tre cuccioli e mamma orsa, tra Scanno e Villalago, è un’area Patom, quindi dovrebbe essere più protetta e soggetta a limitazioni». La legge regionale sulla caccia, la 39/2010, all’articolo 3, comma 7, sancisce il principio della cacciabilità con la tecnica della girata e l’abbattimento selettivo del cinghiale nelle aree Patom, previo parere dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale). La Provincia dell’Aquila, tramite il competente settore Ambiente, ha chiesto un parere all’Ispra e questi si è pronunciato con una serie di osservazioni che vanno dalla posticipazione del calendario venatorio all’interdizione di tale attività in aree particolarmente sensibili. Vista la competenza della Regione Abruzzo in materia, ed essendo la stessa capofila del progetto Patom, la Provincia dell’Aquila gli ha rimesso il parere dell’Ispra ed è in attesa di comunicazioni. Ad avere i maggiori problemi sono i cacciatori degli Atc che ricadono in queste aree e gli organi di polizia per l’applicazione di una norma non chiara.
Urge regolamentare la caccia nel Parco d’Abruzzo
«È necessario attivare tavoli di concertazione con Regioni, Province e ambiti territoriali di caccia ricadenti in area Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, per arrivare a regolamentare l’attività venatoria nelle aree soggette al progetto Patom (Piano d’azione per la tutela dell’orso marsicano) a partire dalla prossima stagione». Lo afferma il presidente del Parco, Giuseppe Rossi