Sono l’eurodeputato della Lega, Marco Dreosto e l’Ente produttori selvaggina a denunciare l’atteggiamento gravissimo e irresponsabile di tutti i 5 stelle italiani
Dopo il voto dell’emendamento n° 79 alla proposta di azione unitaria contro la pandemia, proposto dalla sinistra verde nordica nella scorsa plenaria di Bruxelles, che prevedeva la proposta di messa al bando della selvaggina sull’intero territorio Ue, sono state rese pubbliche le intenzioni di voto dei singoli deputati. Da queste si evince che gli unici parlamentari italiani che hanno votato a favore della proposta di Gue-Ngl, sono i quattordici esponenti del movimento 5 stelle: Isabella Adinolfi, Tiziana Beghin, Fabio Massimo Castaldo, Ignazio Corrao, Rosa D’Amato, Eleonora Evi, Laura Ferrara, Mario Furore, Chiara Gemma, Dino Giarrusso, Piernicola Pedicini, Sabrina Pignedoli, Daniela Rondinelli e Marco Zullo.
L’ha detto chiaramente l’europarlamentare della Lega, Marco Dreosto, il primo a muoversi con il segretariato di Face, al fine di scongiurare gli esiti nefasti che sarebbero potuti scaturire dall’approvazione del disposto emendato, nei confronti di allevatori e mondo venatorio: «Trovo doveroso comunicare che gli unici parlamentari italiani che hanno votato a favore della proposta di Gue-Ngl, sono tutti rappresentati dai quattordici esponenti del movimento 5 stelle. I quali non solo hanno dimostrato ancora una volta una chiara presa di posizione contro il settore venatorio, ma hanno anche palesato l’aggravante di non possedere adeguate competenze in materia, sostenendo una proposta che paventava la diffusione di zoonosi negli animali selvatici allevati, la cui salubrità viene garantita dalle condizioni di allevamento e da un’idonea certificazione, al pari di quelli allevati a scopo zootecnico».
Dreosto ha rivolto un ringraziamento a tutti i cacciatori e ai dirigenti venatori che, in questi giorni, gli hanno manifestato gratitudine e riconoscenza, rinnovando la propria garanzia di impegno.
Gli ha fatto eco anche Giuseppe Ederle, presidente della Sezione regionale veneta dell’Ente produttori selvaggina: «Spiace vedere come anche in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo ci siano esponenti politici che votano per posizioni ideologiche contro il settore venatorio e il suo indotto, anziché con cognizione di causa. Gli animali selvatici allevati sono mantenuti in condizioni controllate e la salubrità delle carni è garantita come avviene per tutti gli animali da reddito: presumere che le condizioni di allevamento, commercio e consumo di selvatici nei Paesi europei siano simili a quelle riscontrate in certi mercati asiatici è davvero assurdo, meno male che la proposta non è passata, sarebbe stato il colpo di grazia per gli allevamenti di selvaggina italiani, già oggi in forte difficoltà».