Continua, anno dopo anno, il carosello di cifre sulle vittime della caccia diffuse dalla Lac. Per la stagione appena conclusa si parla di 35 morti, ma in questo dato vengono inclusi decessi dovuti a malori, infarti, cadute e addirittura slavine, eventi che con la specificità dell’attività venatoria non hanno nulla a che fare. Il dato reale delle vittime, epurato dall’errore di valutazione, è infatti 22 . Face Italia (Federcaccia, Anuu Migratoristi, Enalcaccia, Libera Caccia) e il Cncn (Comitato nazionale caccia e natura) hanno diffuso un comunicato nel quale "sono costrette a replicare alla Lac che ha diffuso un dato sul numero delle vittime della caccia inverosimile e facilmente criticabile. Sul sito dell’associazione, nella sezione "Di caccia si muore", si parla di 35 morti ma già nelle prime notizie pubblicate per effettuare il conteggio è chiara l’imprecisione con l’inclusione di eventi del tutto estranei all’attività venatoria in quanto tale. Le vittime, secondo l’annuale studio realizzato dal Cncn, sono state 22 e non 35, e lo stesso discorso vale per il dato sui feriti. La Lac dichiara 74 feriti ma comprende tra questi malori, cadute, scivolate e punture di vespe, ovvero eventi sfortunati ma tipici di qualunque pratica sportiva o amatoriale svolta all’aria aperta e non solo della caccia. Senza includere questi eventi si arriva alla cifra ben più contenuta di 61. Cncn ha effettuato una ricerca per l'anno solare 2010 ( dal 1° gennaio al 31 dicembre ) sulle diverse tipologie di incidenti occorsi durante le varie e più comuni attività ricreative e sportive all’aria aperta. Solo per citare alcuni risultati di questa indagine, escludendo gli infarti, per esempio nel nuoto e nella balneazione ci sono stati 127 decessi , 53 decessi si sono verificati durante la raccolta funghi e tartufi , 64 nell’escursionismo, 31 nello sci e attività correlate, ma nessuno pensa, ovviamente, di chiudere le spiagge, le piscine, la raccolta funghi, gli impianti sciistici. Distorcere i dati non è certo un modo costruttivo e corretto di fare informazione, ma è comunicando in modo trasparente e facendo prevenzione, attività che Cncn e Face Italia portano avanti con iniziative e programmi di vario tipo già da tempo, che si può davvero innalzare ulteriormente il livello di sicurezza".
I morti d’infarto non sono vittime della caccia
Continua, anno dopo anno, il carosello di cifre sulle vittime della caccia diffuse dalla Lac. Per la stagione appena conclusa si parla di 35 morti, ma in questo dato vengono inclusi decessi dovuti a malori, infarti, cadute e addirittura slavine, eventi che con la specificità dell’attività venatoria non hanno nulla a che fare