Firearms united ha pubblicato un comunicato, in inglese, nel quale dà conto dei risultati della conferenza indetta a Malta lo scorso 7 gennaio. “Nulla è definitivo nella direttiva”, si legge, “e anche il trilogo sta formalmente proseguendo, prima che il parlamento approvi l’attuale “compromesso”. Malta è in posizione chiave, perché avrà la presidenza di turno dell’Ue per i prossimi sei mesi e una delle aree di discussione più critiche è la nuova proposta sulla direttiva armi. Quindi, la conferenza è stato un evento eccellente, dal quale il messaggio dei tiratori è stato mandato alle autorità in modo forte e chiaro. Le organizzazioni maltesi non hanno badato a spese, prevedendo un’esposizione di manufatti storici che, nell’originaria formulazione della proposta legislativa del 18 novembre 2015, sarebbero stati destinati alla distruzione".
Il primo relatore è stato il ministro degli Interni e della sicurezza nazionale, Carmelo Abela, che ha condiviso la propria opinione sulla necessità di un bilanciamento tra libertà e sicurezza. Sasia Berentsen, in rappresentanza dell’Ipsc, ha informato i partecipanti sull’impatto potenziale che la direttiva avrebbe sulle discipline del tiro action, evidenziando le criticità di una normativa che prevede il cambio di categoria delle armi a seconda del caricatore che vi è inserito. Jean Luc Addor, membro del consiglio nazionale svizzero, ha dichiarato la contrarietà della Confederazione al progetto di direttiva, sottolineando come la libertà dei cittadini svizzeri non potrà essere compromessa da questa direttiva e che, se necessario, sarà previsto un voto referendario sull’argomento. Jean Karl Soler ha affrontato la questione dal punto di vista scientifico, spiegando la correlazione tra crimine, violenza e possesso legale di armi ed evidenziando come, dagli studi realizzati, il possesso legale di armi abbia un effetto deterrente nei confronti del crimine.
Di particolare interesse lo sguardo sulla legislazione maltese in materia di armi, grazie al Regional director Ipsc Clive Brockdorff, che subordina il possesso di armi alle caratteristiche della persona e non al tipo di armi: “ci sono persone che ispirano fiducia con qualsiasi arma, e ci sono persone delle quali non ci si può fidare neanche se in mano hanno degli spaghetti cotti”, ha esclamato. La conclusione delle organizzazioni maltesi è che la direttiva non avrà alcun impatto sulla sicurezza, in quanto la legislazione nazionale è già perfettamente funzionale, in quanto creata in collaborazione con le associazioni dei tiratori e dei collezionisti.
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