Si chiama “1943: la scelta”, la mostra allestita dal Museo storico italiano della guerra di Rovereto (Tn), incentrata sui drammatici mesi seguenti all’annuncio dell’armistizio dell’8 settembre 1943, che segnò l’avvio della guerra civile. La mostra sarà visitabile fino a settembre 2024 e racconta quel periodo attraverso ricordi e cimeli di alcuni protagonisti di quegli anni, ma anche attraverso alcuni rarissimi cimeli, tra i quali spicca uno dei soli 500 esemplari della pistola mitragliatrice Isotta Fraschini modello Albertini, realizzata durante la Repubblica sociale.
“A distanza di oltre 20 anni dall’apertura (e successiva chiusura, causa restauro) di uno spazio nel Museo dedicato alla Seconda guerra mondiale, si apre finalmente un percorso espositivo dedicato ad un periodo a cui afferisce una parte importante delle collezioni del Museo”, spiega il direttore Francesco Frizzera. Si tratta di una finestra aperta sulla guerra civile degli italiani, sugli anni bui, sulle speranze e sulle scelte dei singoli. Nella mostra si intrecciano storie di combattenti, resistenti, civili e, soprattutto, di disarmati: internati e prigionieri, che raggiungono i confini del pianeta, tornano dopo tutti gli altri, rimangono per decenni ai margini della memoria. Un viaggio dal fascismo alla Costituzione, che ha come snodo il 1943. Una narrazione che parte dal basso, basata su 45 biografie che descrivono tensioni interne, viaggi impensabili, diaspore illimitate, mancati ritorni”.
La mostra è il punto di arrivo di un lungo processo di raccolta di fonti, testimonianze e ricerche condotto dal Museo, che ha portato, tra le altre cose, alla pubblicazione di molti testi autobiografici che hanno ispirato la mostra. “Fin dagli anni Cinquanta il Museo ha raccolto materiali relativi alla seconda guerra mondiale”, spiega il presidente Alberto Miorandi, “intensificando il lavoro negli ultimi 30 anni e concentrandosi soprattutto sull’esperienza trentina. Il 1943 è stato uno spartiacque per l’Italia e lo è stato in modo particolare per il Trentino che dopo l’occupazione nazista del 1943 entra a far parte del Terzo Reich. Questa attività di ricerca e raccolta minuta ha coinvolto anche altre regioni italiane, elemento che ci permette oggi di narrare una vicenda da molte prospettive diverse, che non tengono solo in considerazione le esperienze dei combattenti e che si arricchisce di testimonianze, documenti d’archivio, oggetti personali e pezzi di pregio e importanza nazionale.”
Tra i pezzi di rilievo esposti ci sono un sidecar Zundapp KS750, una Moto Guzzi Alce biposto (1940), un cannone-mitragliera antiaerea Scotti Isotta Fraschini mod. 1941 da 20 mm, due radio originali militari e civili, e un ricco apparato iconografico. Sono molto significativi i nuclei di oggetti e documenti appartenuti a personaggi di caratura nazionale come Junio Valerio Borghese, divenuto comandante della X Mas, o come Amedeo Guillet che aderì al Regno del Sud, combattendo a fianco dell’esercito alleato. Di grande valore per produrre un racconto equlibrato degli eventi sono anche i documenti che testimoniano l’esperienza di partigiani e resistenti, come Duccio Galimberti, promotore del movimento antifascista “Giustizia e Libertà” in Piemonte, o le illustrazioni di Sirio Galli, che documentano la resistenza sul fronte albanese.
L’esposizione, realizzata con il contributo della Provincia autonoma di Trento e il Comune di Rovereto, è dunque l’occasione per esporre un’oculata selezione dei materiali posseduti dal Museo che diventeranno protagonisti, insieme a molti altri, del percorso permanente che sarà dedicato al secondo conflitto mondiale una volta terminato il restauro degli spazi ad esso destinati.
Resta visitabile fino all’8 settembre 2024, dal martedì alla domenica con orario 10-18. Tutte le informazioni per la visita su www.museodellaguerra.it