Il comitato direttiva 477 ha incontrato a Roma il sottosegretario alla Difesa, Domenico Rossi. Già generale di corpo d'armata e sottocapo di Stato maggiore dell'esercito, Rossi ha ascoltato con attenzione le ragioni sottese alla nascita del Comitato Direttiva 477 e la sua linea programmatica di intervento declinata da aprile 2015 nel settore.
Quale è la sua opinione nei confronti delle armi detenute dai civili?
“Le armi sportive e da caccia sono strumenti di lavoro e di svago detenuti liberamente da parte di soggetti titolari di apposita licenza, la quale viene concessa solo al termine di accurati controlli sulla rettitudine morale, psichica e fisica dei soggetti richiedenti. Pertanto, pur trattandosi indiscutibilmente di oggetti potenzialmente offensivi, ritengo che cittadini rispettosi di tutte le già restrittive e stringenti leggi in materia siano meritevoli della piena fiducia delle Istituzioni”.
Pensa che debbano essere inasprite le norme riguardanti le misure di sicurezza dei detentori di armi?
“I detentori di armi sono certamente già controllati e monitorati in modo eccellente da parte delle Autorità preposte, non ravvedo la necessità di ulteriori inasprimenti”.
Pensa sia necessario restringere ulteriormente la tipologia di armi detenibili rispetto alla normativa introdotta con DL del 2015?
“Non ritengo necessaria, al momento, alcuna ulteriore restrizione riguardo alla tipologia di armi, in particolare di categoria B7, quelle, per intenderci, somiglianti a quelle militari, dato che non si sono verificati episodi che facciano pensare di dover ulteriormente intervenire, né vi è alcuna statistica che porti all’aumento di situazioni particolarmente pericolose a carico dei legali detentori di armi. Anzi, sarebbe auspicabile un miglioramento delle norme in materia, più favorevole ai tiratori sportivi, compresi i regolamenti riguardanti i poligoni privati in modo da incentivare discipline sportive di consolidata tradizione e fascino e tutelare così anche un comparto economico di eccellenza”.
Pensa che le armi detenute dai civili possano essere utilizzate in qualche modo dai terroristi, o siano per qualche motivo legate agli attentati in Francia e in Belgio?
“Non credo vi sia alcuna attinenza fra i legali detentori (sportivi e collezionisti) di armi e gli attentati terroristici. È ormai accertato che i terroristi hanno sempre utilizzato armi automatiche illegali provenienti dai Paesi Balcanici e dal Nord Africa, non vi è stato mai nemmeno un caso in cui i terroristi abbiano utilizzato armi nate per i mercati civili modificate. Ritengo altresì, improponibile e offensivo accostare la figura del cittadino onesto detentore e utilizzatore di armi da fuoco controllato e certificato dalle Istituzioni con quella del criminale/terrorista”.
Lei saprà senz’altro che in Europa, in particolare da parte della Commissione Europea, vi è una forte tendenza a disarmare i cittadini europei mediante leggi che prevedono addirittura l'esproprio e la distruzione delle armi già in loro possesso o la loro disattivazione permanente, insomma una vera e propria mannaia sui legali detentori e collezionisti. Lei Onorevole, cosa ne pensa?
“Posso capire che sull'onda emotiva dei tragici attentati terroristici, verificatisi in Francia e Belgio, i governi europei cerchino di trovare una soluzione con proposte che personalmente non mi trovano d'accordo. Tali proposte sortirebbero solo il risultato di privare gli onesti cittadini di un loro diritto legalmente sancito, senza nulla ottenere riguardo alla lotta al terrorismo”.
L’auspicio di tutti i tiratori agonisti e amatoriali, collezionisti e cacciatori è che questo incontro rappresenti un ulteriore passo di un percorso di collaborazione funzionale a una corretta percezione e una giusta sensibilità da parte di tutte le forze di Governo nei confronti della nostra categoria, che, complessivamente annovera circa due milioni di elettori e che genera con il relativo indotto economico oltre mezzo punto di Pil nazionale.
In foto, da sinistra: Alessandro Casertano, referente politico; Domenico Rossi, sottosegretario alla Difesa; Marco Ricciardi e Fabio Sacco del Comitato Direttiva 477.