Nuova strage in Texas, commessa da un folle di 26 anni fermato da un cittadino legalmente armato!
È purtroppo gravissimo il bilancio di vittime (26) e feriti (20) a Sutherland springs, in Texas, dopo che un giovane evidentemente con problemi psichici ha aperto il fuoco sui fedeli dentro una chiesa. L’attentatore è stato identificato, si tratta del 26enne Devin Patrick Kelley, trovato privo di vita all’interno di un’automobile a poca distanza dal luogo del massacro. Fermo restando che gli elementi di questa vicenda non sono ancora chiari nella loro interezza, dai primi riscontri diffusi dalla Cnn emerge tuttavia un fatto importante: la prima persona intervenuta per fermare il pazzo omicida non è un appartenente alle forze dell’ordine, bensì un cittadino legalmente in possesso di armi che, accortosi di quanto stava accadendo, ha aperto il fuoco ferendo l’attentatore con il proprio fucile. L’aggressore è successivamente stato trovato morto nell’automobile, non è ancora chiaro se si sia suicidato o se il decesso sia da attribuirsi proprio alle ferite inferte dal cittadino.
Ovviamente, in queste ore stanno emergendo polemiche contrapposte su quanto accaduto: da un lato c’è chi stigmatizza il fatto che le chiese siano luoghi particolarmente “attraenti” per attentatori e squilibrati, in quanto sarebbero “gun free zone” (cioè luoghi nei quali è proibito portare armi anche a chi ha l’apposita licenza), dall’altro ci si chiede se l’attentatore avesse acquistato legalmente o meno le armi.
Per quanto riguarda la “gun free zone”, è opportuno precisare che in Texas non c’è un automatismo di divieto di porto dell’arma nelle chiese: gli edifici di culto vengono considerati alla stregua di qualsiasi altro luogo privato e, quindi, non è possibile portare l’arma all’interno solo se il proprietario (in questo caso il pastore) prevede un esplicito divieto.
Per quanto riguarda le armi, esiste traccia dell’acquisto regolare (nell’aprile 2016) da parte dell’attentatore per almeno una di esse (Ruger AR-556), nonostante nel 2012 fosse stato processato per aggressione alla moglie e al figlio. Il problema è che all’epoca Kelley era militare, quindi fu processato da una corte marziale e scontò un anno di carcere militare, per essere poi degradato e congedato con disonore nel 2014. Di tutto questo, però, non è stato comunicato alcunché agli archivi dell’Fbi, quindi quando andò ad acquistare l’arma, riuscì a passare il Background check in quanto a livello di informazioni federali risultava incensurato.