Il ministero dell’Interno ci ha ripensato e la bozza di circolare (pubblicata dal nostro sito) con la quale il catalogo nazionale sarebbe stato resuscitato, dopo essere stato abolito da una legge del parlamento italiano, che ne ha decretato la fine a partire dal 1° gennaio 2012, è stata definitivamente accantonata. La decisione è stata presa dai dirigenti dell’area armi ed esplosivi dopo l’incontro che ieri, giovedì 9 febbraio, li ha visto di fronte ai rappresentanti delle associazioni di categoria presenti nella commissione consultiva centrale (Anpam, Assoarmieri e ConArmI). La bocciatura della bozza che, in alcuni casi, addirittura peggiorava la situazione precedente (vedi l’intromissione del ministero sull’immissione sul mercato italiano di armi lunghe a canna liscia…) è stata totale da parte delle tre associazioni e questa decisa presa di posizione ha costretto il ministero a fare retromarcia.
Anpam, Assoarmieri e ConArmI adesso avranno pochi giorni per far pervenire a Roma una loro proposta, ma dalle indiscrezioni raccolte sembra certo che nessuno vuol più sentire parlare di autorizzazione preventiva del ministero per commercializzare in Italia armi lunghe e corte che già sono regolate dalle leggi vigenti (110/75 e 185/90): niente catalogo nazionale, ma neppure “inganni” per resuscitare, di fatto, uno strumento che nessun altro Paese in Europa e nel mondo utilizza per controllare le armi destinate alla caccia e alle attività sportive del tiro.