Il Parco delle Alpi marittime perde i pezzi
I sindaci di sette comuni della provincia di Imperia che hanno aderito al Parco naturale delle Alpi Marittime minacciano di uscire dal progetto. I primi cittadini di Pigna, Rocchetta Nervina, Triora, Montegrosso Pian Latte, Mendatica, Rezzo e Cosio d’Arroscia, potrebbero revocare, entro dieci giorni, la loro adesione al parco. In particolar modo è la questione legata al divieto di cacciare in queste zone che ha messo sul chi va là i cacciatori. Questi ultimi, stimati …
I sindaci di sette comuni della provincia di Imperia che hanno aderito al Parco
naturale delle Alpi Marittime minacciano di uscire dal progetto. I primi
cittadini di Pigna, Rocchetta Nervina, Triora, Montegrosso Pian Latte,
Mendatica, Rezzo e Cosio d’Arroscia, potrebbero revocare, entro dieci giorni,
la loro adesione al parco. In particolar modo è la questione legata al divieto
di cacciare in queste zone che ha messo sul chi va là i cacciatori. Questi
ultimi, stimati attorno alle 5 mila unità nella sola provincia di Imperia,
contano un bel numero di voti e, in vista delle regionali che si terranno in
Liguria nel 2010, nessuna forza politica sembra intenzionata a perdere il loro
consenso… «I cacciatori», hanno osservato, praticamente all’unisono, i sindaci,
«sono subito saliti sulle barricate ma il probelma è più grande. La Corte
Costituzionale ha fornito un’interpretazione troppo restrittiva, dal momento
che, alla zona ad area protetta, vengono attribuiti parametri propri del parco
naturale. Vietando questa zona a ogni attività umana non si protegge più il
territorio e non si difende più l’ambiente. Inoltre, i comuni che hanno
aderito, subiscono notevoli limitazioni al Puc, dal momento che il parco
contiene anche terreni di privati, i quali verrebbero limitati i loro diritti».
«In ogni caso», ha detto nel suo intervento il presidente della Provincia di
Imperia, Gianni Giuliano, «anche se dovesse essere modificata la legge
costitutiva del parco, per i prossimi due mesi, tenendo conto dei tempi tecnici
necessari per la modifica, i cacciatori non potranno svolgere la loro attività
sui terreni delle aree protette. Se dovessero contravvenire a questa legge,
sarebbero passibili di una denuncia penale. Inoltre si preclude ai Comuni la
possibilità di decidere autonomamente sulle questioni relative lo sfruttamento
del loro territorio, compreso quello alla possibilità di edificare».