Anche il Portogallo entra nel novero dei Paesi europei che autorizzano i moderatori di suono a caccia. Il limite previsto è di…
Anche il Portogallo è recentemente entrato nel novero dei Paesi europei che autorizzano il possesso e l’impiego dei moderatori di suono per l’attività venatoria. Con una riforma legislativa, dal 23 settembre appena trascorso è infatti possibile acquistare, in Portogallo, moderatori di suono, a patto che la riduzione dell’impronta sonora non ecceda i 50 decibel. Oltre tale soglia, la legge considera questi strumenti come veri e propri “silenziatori” e continua a considerarli proibiti, punendone il possesso con una pena detentiva fino a 2 anni.
La liberalizzazione dei moderatori è stata accolta con entusiasmo dai cacciatori lusitani, per la verità presenta numerosi aspetti positivi anche per i non cacciatori e per l’ambiente in generale: una rumorosità dello sparo più ridotta, infatti, consente una caccia di selezione ancora più compatibile con l’ambiente, perché limita il disturbo arrecato alle altre specie e, in generale, risulta maggiormente eco-compatibile. I detrattori hanno, invece, elevato le loro proteste paventando una diffusione esponenziale del bracconaggio, evidentemente ignorando il fatto che il rumore dello sparo, con i limiti previsti dalla normativa (e anche dall’attuale livello tecnico dei prodotti diffusi sul mercato civile) non consente di “silenziare” appunto il rumore dello sparo, ma solo di renderlo meno molesto sulla distanza.
Quello dei limiti sulla riduzione di decibel potrebbe essere un discrimine da esportare anche in altre legislazioni, come quella italiana, che attualmente proibisce la commercializzazione di qualsiasi strumento atto ad attenuare il suono dello sparo senza alcun distinguo. Questo, ovviamente, se si riuscisse a disgiungere l’aspetto prettamente tecnico dalla retorica politica e demagogica in materia di legislazione armiera, cosa che attualmente sembra sempre più improbabile…