Il Tar della Lombardia ha pronunciato una importante sentenza sul porto per difesa personale, ribadendo che…
Interessante sentenza del Tar della Lombardia, relativa al diniego da patte della prefettura di Pavia di rinnovare il porto di pistola per difesa personale, dopo trent’anni di ininterrotti rinnovi, in capo a un cittadino che svolge il compito di coordinatore dei dipendenti di un istituto di vigilanza privata. All’uomo, tenuto nel suo lavoro all’ispezione di tutti gli obiettivi e siti di servizio, nonché alla detenzione di documenti e codici riservati e al versamento di denaro contante presso gli istituti di credito, la prefettura aveva negato il rinnovo del porto d’armi argomentando che il lavoratore non risultasse esposto a reali pericoli nello svolgimento delle sue mansioni.
Secondo il Tar, tuttavia, il diniego è da considerarsi illegittimo, atteso il fatto che non sono stati indicati i motivi di mutamento delle circostanze che ne avevano permesso il rilascio. La prefettura aveva argomentato, tra l’altro, che nel recente periodo “i reati predatori nella provincia di Pavia hanno fatto registrare una costante contrazione”, ma il Tar ha anche sottolineato che “la domanda del ricorrente è giustificata dalle condizioni di sicurezza presenti nella provincia di Ferrara, dove il medesimo svolge la sua attività professionale e che, a suo parere, sarebbero invece recentemente peggiorate”.