Grande sensazione sta destando il presunto scoop realizzato da Repubblica e pubblicato sul quotidiano di oggi, relativo alla facilità con la quale sarebbe possibile procurarsi, su Internet, “pistole fuorilegge pronte a uccidere”. Il giornalista ha, infatti, acquistato on-line in un sito portoghese una pistola monocolpo calibro 12×50 Sapl, che gli è stata spedita direttamente a casa. Il taglio dell’articolo è, naturalmente, improntato al massimo sensazionalismo, far…
Grande sensazione sta destando il presunto scoop realizzato da Repubblica e
pubblicato sul quotidiano di oggi, relativo alla facilità con la quale sarebbe
possibile procurarsi, su Internet, “pistole fuorilegge pronte a uccidere”. Il
giornalista ha, infatti, acquistato on-line in un sito portoghese una pistola
monocolpo calibro 12×50 Sapl, che gli è stata spedita direttamente a casa. Il
taglio dell’articolo è, naturalmente, improntato al massimo sensazionalismo,
farcito dei termini ormai noti come “pericolosissimo”, “vietatissimo” e così
via. Siamo d’accordo sul fatto che, in Italia, oggetti del genere debbano
essere acquistati con il Porto d’armi, perché considerati armi a tutti gli
effetti. Ma è anche vero che, se questi oggetti sono di libera vendita in quasi
tutti gli altri Paesi d’Europa (come infatti sono), un motivo ci sarà. E il
motivo è presto detto: queste armi possono sparare solo munizioni non letali,
perché dotate di proiettili o pallettoni in gomma. Ha senso, allora, insinuare
il sospetto che “alle ogive in gomma dura possano essere sostituiti, con una
semplicissima operazione casalinga, ancora più micidiali pallini di piombo”?
Perché, allora, se è così facile, il giornalista non l’ha fatto? In tal caso,
dopo essersi fatto saltare una mano, forse avrebbe capito che riempire una
cartuccia di piombo o di gomma non è la stessa cosa…
L’articolo passa, poi, a spiegare con dovizia di particolari il resto del
catalogo on-line dell’azienda, “degno di un raduno di mercenari: armi
elettriche che emettono scariche da 250 fino a 950 volt, coltelli a
serramanico, a lama fissa o da lancio, scudisci, manganelli telescopici, spray
paralizzanti, pugni di ferro e noccoliere, manette…” e via dicendo. Fermo
restando che i coltelli sono di libera vendita anche da noi, piaccia o no in
tutto il resto d’Europa questi strumenti sono liberi. È giusto e doveroso far
sì che questi oggetti (comunque pericolosi, non più però di sparachiodi e
motoseghe che si possono acquistare in qualsiasi ferramenta) non possano essere
venduti on-line o spediti in Italia, ma da qui a riempire una pagina intera di
quotidiano con considerazioni scandalizzate ce ne corre: i “diversi” siamo noi,
non certo i portoghesi!
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