Il caso di Guidonia ha già scatenato l’isterismo collettivo nelle aule del Parlamento: mercoledì 7 novembre, il deputato Alessandro Naccarato (Pd) ha presentato un’interrogazione a risposta immediata al ministro dell’Interno Giuliano Amato, evidenziando “limiti della normativa sui controlli delle condizioni fisiche e psichiche necessarie per possedere armi da fuoco” e chiedendo “quali misure il governo intenda adottare per modificare la norma sul possesso delle …
Il caso di Guidonia ha già scatenato l’isterismo collettivo nelle aule del
Parlamento: mercoledì 7 novembre, il deputato Alessandro Naccarato (Pd) ha
presentato un’interrogazione a risposta immediata al ministro dell’Interno
Giuliano Amato, evidenziando “limiti della normativa sui controlli delle
condizioni fisiche e psichiche necessarie per possedere armi da fuoco” e
chiedendo “quali misure il governo intenda adottare per modificare la norma sul
possesso delle armi da fuoco”. Immediata la risposta di Amato, che chiarisce di
aver avviato “in sede di governo, avendolo diramato, un disegno di legge che
modifica le norme sul porto d’armi e prevede controlli severi e ripetuti
sull’idoneità fisica e psichica di chi possiede le armi, proprio per evitare
che si ripetano fatti come quello di Guidonia”. La sensazione di deja vu è
notevole: anche dopo la strage perpetrata da Calderini a Milano,
improvvisamente il ministro dell’Interno (allora era Pisanu) era certo che
tutti i possessori d’armi fossero impazziti: risultato? Dopo aver spillato
quattrini al cittadino con una revisione straordinaria della visita medica, si
dimostrò che meno dello 0,5 per cento delle licenze valide erano state ritirate
e lo stesso ministro non aveva potuto fare a meno di ammettere la “sostanziale
affidabilità” dei cittadini armati. Speriamo che il governo non stia tornando a
“battere cassa” per niente…