In occasione del salone Ausa (Association of the Us Army), in corso anche se in versione “virtuale”, il presidente e ceo di Beretta, Franco Gussalli Beretta, è stato intervistato dal prestigioso Defense and Aerospace Report podcast. Una serie fitta e incalzante di domande molto dirette, in particolare sul concorso Ngsw
Dopo un sintetico, ma preciso, riepilogo della storia plurisecolare del marchio e della continuità della proprietà, l’intervistatore Vago Muradian chiede come l’azienda ha vissuto l’emergenza Covid in Italia: “Abbiamo inizialmente seguito il lockdown avendo sempre e come prima cura, le nostre maestranze, ma anche aprendo subito, proprietà e parte del management, una tavola rotonda con varie autorità tra cui prefettura, università ed enti ospedalieri: cosa che ci ha permesso di instaurare oltre alle collaborazioni, efficaci procedure e tutele per tutti successivamente. Questo ci ha anche aiutato a riprenderci prima.”
Quali sono le strategie e gli investimenti futuri dell’azienda? “Ogni generazione della nostra famiglia ha dovuto affrontare nuove sfide e nuove contingenze epocali, adesso è il mio turno insieme a mio fratello Pietro, portare avanti l’azienda, consolidarla e passarla alla prossima generazione. Il vantaggio di avere, essendo una azienda di proprietà famigliare, un diverso potere decisionale rispetto i nostri competitor, fa sì che possiamo disporre più liberamente delle nostre risorse finanziarie, per esempio investendo il 3% in ricerca e sviluppo (contro un generalizzato 1%, sottolinea l’intervistatore…) o rimodulare di volta in volta questi e altri investimenti. Poi nuovi macchinari e processi produttivi allo stato dell’arte e focus sul “digitale” nella più ampia accezione del termine e come indicazione più generale, di tutto quanto sia tecnologia all’avanguardia. Come esempi, mi vengono in mente internet e il gps: sistemi avanzati sviluppati in ambiti militari ma che, poi, hanno impattato in maniera globale, sulla nostra esistenza.”
Come avete reagito alla sconfitta nel programma Mhs? “Essendo una azienda plurisecolare, affrontiamo e superiamo da sempre, sia vittorie sia sconfitte e, nel caso specifico dell’Mhs, è una lesson learned ossia abbiamo imparato e appreso cose importanti per il futuro.”
Se le chiedessi invece, come immagina il futuro della armi leggere da qui a 15 anni? “Senza dubbio… più prestazionali, leggere e mirate all’utente, sia militare sia civile.”
E riguardo il programma Ngsw-Next generation squad weapon in corso che, vi vede partecipanti e finalisti insieme alla General Dynamics? “Certamente una grande opportunità. Per noi è evidentemente strategico il mercato americano in tutti gli ambiti e vogliamo soddisfare le necessità future dei soldati americani per meglio equipaggiarli: cosa che abbiamo fatto per 32 anni con la Beretta M9. Operiamo e investiamo negli Usa sin dal 1972 in diverse location e, a oggi, contiamo circa 600 dipendenti addetti. Strategica per noi la partnership con la General Dynamics, colosso della difesa e con expertise unica negli Usa e non solo, a cui possiamo offrire il know how e le nostre capacità produttive circa le armi leggere per un progetto vincente. In proposito e riguardo il futuro, la formula della partnership diventerà sempre più strategica per noi, insieme alle acquisizioni.”
Quali sono, secondo lei, i punti di forza della vostra proposta Rm277 per il concorso Ngsw? “Per quanto e comprensibilmente, non possa scendere troppo nei particolari… senza dubbio la configurazione bullpup che, rispetto ai competitor, consente di avere a parità di lunghezza complessiva dell’arma e, in base ai capitolati, una canna più lunga e, di conseguenza, atta a sfruttare al meglio le caratteristiche balistiche della nuova munizione. Inoltre, una architettura della piattaforma che consente un’alta comunanza di parti tra le due versioni (mitragliatrice e fucile) cosa che semplifica produzione, logistica, vita operativa e addestramento, con positive ricadute nei termini dei risparmi complessivi. Senza dimenticare il brevetto Sria-Short recoil impulse averaging che consente uno smorzamento e un perfetto controllo delle forze di rinculo. Una parentesi sul nuovo munizionamento composito 277 Tvcm (corpo in polimero e fondello metallico, sviluppato in collaborazione con l’americana True velocity): dopo decenni di conformismo tipologico, è giunto il momento di innovare anche le munizioni e in questo senso, il programma Ngsw si è già espresso. La nostra munizione oltre che estremamente prestante, offre un risparmio di peso del 30-40% rispetto le vecchie tecnologie con bossoli in ottone: la nostra è una tecnologia innovativa ma matura, pronta per essere adottata”.
Beretta insieme ai suoi partner ha già consegnato all’Us Army i prototipi Ngsw-Ar (mitragliatrice) e Ngsw-r (battle rifle), possiamo ricordare che l’Rm 277 ha sistema di funzionamento a sottrazione di gas con canna rinculante e particolare sistema di smorzamento del rinculo, alimentazione solo a caricatore (unico concorrente a scegliere questa soluzione “unificata” per le due tipologie insieme alla conformazione bullpup), nelle ultime immagini rilasciate notiamo tuttavia alcune aggiunte rispetto alle configurazioni precedenti come rail elettrificati e battery pack esterno all’arma facilmente rimovibile, nuova disposizione dei comandi ambidestri e nella versione mitragliatrice (nella foto sotto) bipiede regolabile “conformal” all’astina quando ripiegato.