Il bersaglio non è l’orsa

Il consiglio di Stato sospende la sentenza del Tar che consentiva la cattura dell’orsa del monte Peller. Tutti contro il presidente Fugatti. E l’Ispra dov’è?

Chi è nato nel dopoguerra ricorderà sicuramente il tiro al bersaglio dei Luna park: si tirava con fucili ad aria compressa in fondo al baraccone a una sagoma di orso che camminava avanti e indietro. Se si centrava l’orso, questo lanciava uno strano grugnito e si alzava in piedi. Noi ragazzini impazzivamo a quei grugniti, mentre ci rifilavano per premio qualche pupazzetto o una misera macchinetta di latta. Oggi tale pratica farebbe intervenire la forza pubblica. Ma il tiro a segno (politico) si è rivolto all’uomo. È quello che sta subendo il presidente della provincia di Trento, Maurizio Fugatti: a colpi di sentenze. Se ieri abbiamo dato la notizia che il Tar aveva riammesso la sentenza di cattura dell’orsa Jj4 perché ritenuta pericolosa, la sera stessa il consiglio di Stato ha sospeso nuovamente tale disposizione rimandando al 19 novembre, in una discussione cautelare collegiale, la decisione finale. Fugatti si è dichiarato “esterrefatto” della rapidità di tale decisione, al contempo esonerando se stesso e i suoi collaboratori da ogni responsabilità per eventuali nuove aggressioni con conseguenze ancora più tragiche. “Sicuramente queste decisioni non tengono conto degli interessi della comunità trentina”, ha concluso.

Le varie sigle animaliste non hanno perso tempo e si dichiarano entusiaste, ottenendo grandi titoli su molti quotidiani. Le loro affermazioni, però, si contraddicono l’una con l’altra. Al Tg3 di ieri la corrispondente di Trento ha dichiarato che la motivazione più importante per la sospensiva deriverebbe dal fatto che l’orsa avrebbe reagito duramente solo perché a sua volta aggredita da uno dei due cacciatori. Il padre, infatti, vedendo l’orsa inferocita che cercava in tutte le maniere di mordere il figlio sul viso stando completamente sopra di lui, è intervenuto subendo il peggio poiché l’animale lo ha quasi ucciso. E questa sarebbe una motivazione? Cercare con le sole mani e le urla di salvare il proprio figlio è per questi signori un’aggressione? Bisogna morire o rimanere mutilati perché i piagnoni animalisti giudichino consono il comportamento? Questa scusa è stata usata da altre associazioni (e riportata sul Fatto quotidiano, poi modificata). Un’altra motivazione sarebbe che l’orsa ha tre cuccioli e andrà in letargo. E allora? Quanti sono gli animali che hanno prole? E dopo il letargo? Sarà ancora peggio perché sarà spinta dalla fame. Ma non finisce qui. “Ormai” dicono sempre gli animalisti “turisti in quota non ce ne sono più ed è ridotta la presenza umana nei boschi”. Forse dimenticano che non esistono solo i vacanzieri come loro e che anche d’inverno, o in autunno, la montagna è frequentata da gente che lavora. Cacciatori che attuano i piani di abbattimento, ricercatori, raccoglitori di erbe, operatori delle compagnie elettriche che fanno ispezioni periodiche ad impianti, boscaioli eccetera. Altra perla è che basterà monitorare l’orsa perché collarata. A parte che i collari, a meno che non siano a batterie solari, si esauriscono e non segnalano più, poi come facciamo a sapere se si sta avvicinando a qualcuno? Collariamo tutti gli umani della zona? È stato anche detto e scritto che bisogna avere pazienza perché gli orsi in quella zona non hanno modo di spostarsi perché chiusi da strade e mancano i corridoi faunistici per comunicare con altri loro simili. Allora è proprio vero che in quella zona gli orsi sono troppi, come l’accaduto pone in evidenza. E ribadiamo che le reazioni di una madre orsa non sono tutte consone ed equilibrate… eccessivo senso di protezione? Forse, ma si tratta di selvatici, non di orsetti di peluche. In genere le reazioni sono sempre intimidatorie con avvertimenti e finte cariche. Ma in tutto questo, comunque, quello che fa rimanere stupiti è che non si sollevi la voce o il parere autorevole dell’Ispra o anche di ricercatori ed esperti qualificati. Tutti ammutoliti dalle nevrosi animaliste di fanatici seriali che non sanno assolutamente nulla. Un trionfo dell’ignoranza faunistica. Continueremo a tenere d’occhio tutti gli sviluppi sperando che prima o poi veri esperti equilibrati prendano in mano la situazione e le diano un indirizzo scevro da interessi politici. Fugatti è stato addirittura criticato per le spese del mantenimento degli orsi al Casteller, agitandogli davanti la possibilità di una condanna con relativa decadenza dalla presidenza della provincia.